È ora di “mettere la carne sulla brace”. La valenza comunitaria della lettera di Francesco a Marx

È ora di “mettere la carne sulla brace”. La valenza comunitaria della lettera di Francesco a Marx

11 Giugno 2021 0 Di Rocco Gumina

La lettera che papa Francesco ha scritto in risposta a quella del cardinale Marx è importante. Sicuramente lo è per la chiesa tedesca che attraversa una fase critica per molteplici fattori. Di certo è rilevante per l’arcivescovo di Monaco e Frisinga che vede confermata la sua responsabilità di pastore e di punto di riferimento per le comunità ecclesiali di una delle nazioni dove il cattolicesimo è ancora forte e radicato fra la gente. Tuttavia, è un testo importante per l’intera chiesa cattolica presente in quella parte di mondo che definiamo Occidente. Ciò è dovuto, anzitutto, per via del linguaggio che utilizza Bergoglio. Si tratta di una modalità assai lontana da ogni forma di diplomazia o di espressioni felpate per mirare dritto alle questioni oltre che al cuore delle persone coinvolte.

La vicenda, già con la lettera di Marx, era divenuta di dominio pubblico quindi tanto lo scritto dell’arcivescovo quanto quello del pontefice – in qualche modo – riescono ad andare oltre il rapporto privato-personale fra i due pastori per interessare l’intera comunità ecclesiale.

Il linguaggio di Francesco – certamente riguardante il “caso” tedesco – in realtà è indirizzato alla chiesa europea. La peculiarità del suo discorso si poggia su tre termini che sono il coraggio, la crisi e la riforma che assumono per i cattolici del continente un messaggio da prendere sul serio.

Il vescovo di Roma riconosce il coraggio di Marx. Un coraggio espresso non tramite gesti eroici, mirabolanti conquiste culturali o sociali bensì con l’umiltà dinanzi alla «tremenda realtà del peccato». Questa peculiare tipologia di coraggio apre la porta, secondo Bergoglio, all’accettazione della crisi in atto. La chiesa, infatti, non potrà fare nessun passo avanti senza aver affrontato le criticità personali e comunitarie poiché «la politica dello struzzo non porta a niente». Assumere la crisi significa anche disporsi al cammino e avviare un cambiamento capace di «mettere la carne sulla brace» cioè accettare la realtà ed esaminarla profondamente. Simile dinamica, nelle parole di Francesco, può condurre ad un vero processo di riforma che non riguarda soltanto le idee, gli apparati o le modalità rappresentative bensì la vita dei credenti, dei pastori e delle comunità perché «Il Signore non ha mai accettato di fare “la riforma” né con il progetto fariseo, né con quello sadduceo o zelota o esseno. Ma l’ha fatta con la sua vita».

Allora il coraggio, la crisi e la riforma sembrano tre indicazioni che Francesco porge da vescovo e fratello al cardinale Marx, alla chiesa tedesca e a quella europea. Parole e processi che, fatte le dovute differenziazioni, possono tornare utili anche per la chiesa in Italia la quale si avvia ad una fase sinodale tra attese, speranze, coinvolgimenti e qualche critica.

Rocco Gumina

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