La maturità coincide con la generatività

La maturità coincide con la generatività

6 Maggio 2021 0 Di Rocco Gumina

La metafora del viaggio è utilizzata in molti contesti e per svariate finalità. Probabilmente, quando si riferisce alla vita degli uomini, questa immagine risulta assai veritiera oltre che significativa. La vita, infatti, è un cammino che oltre a prevedere il mantenimento – per quanto possibile da parte dell’uomo – di una buona salute è destinato a mirare alla crescita educativa del singolo da immettere via via con maggiori responsabilità nel contesto sociale. In tale crescita è chiaro che i genitori, e/o gli adulti di riferimento, hanno un ruolo essenziale. Va precisato, però, che nella nostra società fluida e senza punti fermi è presente una difficoltà che in periodi precedenti non emergeva. Si tratta dell’individuazione di parametri certi che possano definire la condizione di adulto. L’instabilità economica, il prolungamento del ciclo formativo, la disoccupazione, la precarietà e la discontinuità negli affetti hanno reso quasi impossibile determinare un’età comune per cominciare a ritenersi adulti.

Forse l’unica cifra odierna in grado di classificare il raggiungimento dell’età adulta è connessa alla gestione di un presente – e di un futuro – sempre meno prevedibili. Almeno questo è il convincimento che Anna Silvia Bombi – psicologa dello sviluppo e dell’educazione – propone nel suo recente volume Crescere. In viaggio dall’infanzia all’età adulta (Il Mulino, 2021). Il libro si presenta come un’agile introduzione al viaggio riguardante una parte essenziale della vita, più o meno i primi diciotto anni, rivolta a genitori, insegnanti, educatori e adulti in genere per aiutarli a districarsi nell’immane fatica di far crescere un bambino, poi adolescente e uomo, nella nostra epoca. A parere dell’autrice, l’intervallo di tempo che va dalla prima infanzia all’essere adulto non è soltanto un frangente per prepararsi alla complessità del mondo. È, invece, una questione che riguarda l’identità non solo cronologica di ciascuno di noi ma – in particolare – collegata all’accumulo delle «provviste emotive che serviranno a camminare nel corso di tutta la vita, ma che è difficile procurarsi quando servono, se non si sono accumulate prima» (p. 37).

Nel volume, la Bombi avanza una possibile lettura del viaggio della vita nel tentativo di comprendere chi sia un bambino e, soprattutto, cosa debba fare prima di divenire un adulto. Un percorso, quello fatto insieme ai genitori, che si muove su questioni connesse alla ricerca della sicurezza di sé, alla regolazione del comportamento, alla responsabilità individuale e sociale, alla razionalità e alla generatività. Tutti noi sappiamo che il cammino della vita non è senza intoppi, anzi, spesso si palesano strade in salita e difficoltà impreviste. Secondo l’autrice, in questo processo, l’incarico dei genitori è quello di svolgere un “compito evolutivo” capace di accompagnare i figli verso l’età adulta. Si tratta di divenire una sorta di giardinieri che «governano la crescita in modi assai diversi a seconda di ciò che sperano di ottenere: una siepe squadrata, una macchia piacevolmente irregolare, o delle miniature stile bonsai» (p. 44). Difatti anche i genitori possiedono delle «mete, dei valori che ispirano la loro vita e non sono pronti ad accettare qualsiasi esito della loro educazione» (p. 44).

Alla luce di ciò, possiamo sostenere che le scelte educative dei genitori sono talmente importanti da accelerare o ritardare la crescita dei figli. Pare evidente alla Bombi che il punto non sia quello di ipotizzare genitori perfetti bensì sufficientemente informati su ciò che abbisogna ai figli. Simili bisogni – oltre a concernere la sfera materiale – riguardano l’affettività, la psicologia, l’educazione che dal primo mese di vita sino ai diciotto anni d’età mostrano una straordinaria evoluzione. Allora se l’obiettivo fosse quello di generare figli misurati, padroni di sé e non in balia delle proprie emozioni risulta evidente che nella proposta educativa dei genitori non dovrebbe esserci traccia di comportamenti inutili, controproducenti e destinati a minare senza alcuna ragione le certezze, spesso fragili, dei figli. Altresì è necessario avviare progressivamente i ragazzi alle proprie responsabilità – come alla gestione di uno spazio personale autonomo – ed evitare atteggiamenti iperprotettivi destinati tanto a non far crescere il figlio quanto a farlo scontrare con le prime istituzioni che incontrerà nella sua vita come la scuola e l’università. Per far ciò, il genitore deve decentrarsi il più possibile e «cercare di rendere chiaro all’altra persona (il figlio) che si è accolto quanto ha detto, piuttosto che inserire immediatamente nel dialogo il proprio punto di vista» (p. 114). Così alle soglie dei diciotto anni quei figli abituati alla discussione, al rispetto delle istituzioni pubbliche oltre che degli altri, potranno ritenersi maggiormente preparati ad affrontare alcuni passaggi pubblici della loro vita come il voto o l’impegno per qualche causa sociale ad esempio quelle connesse alla tutela dell’ambiente o alla legalità.

Il libro della Bombi è un testo importante perché ripresenta nel nostro circuito culturale, educativo e sociale una serie di questioni fondamentali che, a partire dalla crescita dei figli, risultano strettamente congiunte all’esistenza delle nostre comunità. Un viaggio, quello che avanza l’autrice, diretto a farci intendere che la maturità coincide con la generatività la quale si costruisce attraverso un percorso formato da una serie di tappe: maturare una sensibilità particolare per l’educazione; mantenere un atteggiamento finalizzato a relazionarsi con i ragazzi, o con i quasi adulti, come tali e non trattarli da bambini; motivare una partecipazione giovanile alle urgenze ambientali, antropologiche e culturali del nostro tempo e, quindi, all’azione politica. Per tutti questi motivi, il volume della Bombi è un valido contributo rivolto ai genitori e agli educatori ma anche a chi ha a cuore la crescita dei ragazzi all’interno dello straordinario viaggio che è la vita.

Rocco Gumina

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