“La nostra forza è il territorio e la sua gente”. Intervista a Giuseppe Giugno

“La nostra forza è il territorio e la sua gente”. Intervista a Giuseppe Giugno

7 Ottobre 2018 0 Di Rocco Gumina

A partire da una conoscenza diretta del territorio, la rubrica “Tutti convocati” mira a raccontare alla cittadinanza nissena le diverse e diffuse positività associative, culturali, aggregative, professionali, imprenditoriali e politiche presenti e operanti a Caltanissetta. Spesso, la nostra comunità è distratta dall’ascoltare “il rumore dell’albero che cade” anziché concentrarsi sullo scrutare i segni della “foresta che cresce”. Così, la rubrica – con pubblicazioni settimanali – desidera soffermarsi su quanto di buono, di bello e di intelligente cresce a Caltanissetta per tornare a guardare al presente e al futuro con speranza.

A rispondere alle domande nell’intervista di questa settimana è il Presidente dell’associazione Alchimia, Giuseppe Giugno. Storico della città e dell’architettura siciliana, Giuseppe Giugno è fra i fondatori dell’associazione di promozione sociale PiùCittà.

– Sorta qualche anno fa, l’associazione Alchimia opera nel territorio nisseno attraverso proposte culturali e sociali. Quali sono le vostre principali finalità associative?

L’Associazione Alchimia viene costituita nell’aprile del 2013 da un gruppo di giovani professionisti operanti nel territorio della Sicilia centrale per attivare processi di rigenerazione del tessuto culturale e sociale della realtà in cui opera. Nello specifico, è doveroso sottolineare che Alchimia nella sua formula costitutiva viene concepita come associazione di promozione sociale, e non esclusivamente culturale, dal momento che nella volontà che condusse alla sua formazione era ben chiaro che la cultura andasse concepita come strumento volto a fecondare il vasto ed eterogeneo tessuto della civitas. Ogni azione messa in atto dall’associazione, dalla sua nascita ad oggi, scaturisce da un quadro di analisi dei bisogni ed esigenze che il territorio ha espresso e confermato mediante il copioso afflusso e l’attiva partecipazione della gente a ciascuna delle iniziative progettuali presentate. È stata proprio la città con i suoi problemi, con le sue potenzialità, con i suoi tratti inediti ad ispirarci e a condurci nell’organizzazione di svariate iniziative volte a formare ed educare quanti vi hanno preso parte. Ogni progetto è stato concepito per trasformare la civitas in una fucina di idee, dove confrontarsi, dove “tornare a pensare”, come avrebbe detto il compianto arcivescovo di Monreale, Mons. Cataldo Naro. Non possiamo non evidenziare in questa sede il ruolo assai rilevante assunto in ciascuna delle progettualità messe in atto dal partenariato: soggetti istituzionali di ogni ordine e grado, realtà associative del territorio e privati cittadini.

Di fatto l’associazione ha dato vita nel corso degli anni ad una rete informale di operatori, prevalentemente culturali, che hanno avuto parte attiva in ciascuna delle iniziative realizzate. La stessa rete solidale, alla quale appartengono anche diversi volontari e attori economici del territorio, ha consentito di sganciare l’associazione dalla logica dei contributi pubblici così da garantire sempre e comunque il necessario sostentamento per la realizzazione e offerta gratuita al territorio delle azioni culturali pianificate.

Nessuna autocelebrazione, dunque, né sterili solipsismi ma fecondo e proficuo interscambio di esperienze professionali e culturali a partire dal sano coinvolgimento delle risorse del territorio.

Alla riscoperta del volto della città ha fatto seguito l’ideazione di iniziative educative rivolte esclusivamente ai giovani mediante l’organizzazione di laboratori artistici offerti gratuitamente nei luoghi in cui i ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo. Obiettivo delle azioni svolte è stato avviare interventi a sostegno dell’inclusione e dell’integrazione sociale dei giovani e dei soggetti migranti.

 

– A Caltanissetta, siete attivi tramite percorsi volti alla promozione culturale e sociale della nostra comunità. Potresti presentare le vostre attività più significative?

Il nostro viaggio nel vasto campo della promozione culturale e turistica del territorio inizia subito dopo la costituzione di Alchimia con l’ideazione della manifestazione “Itineraria Urbana”. Si tratta di un complesso progetto, alla cui realizzazione in molti lavorammo nelle tre edizioni proposte per oltre cinque mesi a titolo gratuito, che si traduceva nella sua espressione finale in quattro appuntamenti: tre visite guidate alla città, ciascuna dalla precisa caratterizzazione tematica, aperte gratuitamente a tutti, e una tavola rotonda al termine dei percorsi di fruizione della città concepita come laboratorio di sintesi finale dove tracciare e disegnare le direzioni fondamentali del nostro progetto di sviluppo culturale del territorio. È bene osservare che la forza di Alchimia è sempre stato il territorio, la sua gente e le sue risorse umane. Per tale ragione le tre edizioni di “Itineraria” hanno visto la partecipazione di diversi storici e studiosi universitari operanti in città e nella Sicilia orientale. Il loro coinvolgimento ha inteso marcare l’istanza di qualità scientifica che alimenta il nostro operato in associazione.

Da “Itineraria Urbana” nasce l’idea della costruzione di una “Rete di Città Moncadiane”, alla quale abbiamo lavorato e stiamo lavorando per tessere assieme ad altri comuni madoniti e della Sicilia orientale legami e relazioni culturali volte alla promozione turistica dei nostri territori su basi culturali. Nell’avvio della costituzione di un circuito tematico moncadiano come non evidenziare il ruolo di primo piano svolto dall’Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia, grazie al dialogo intessuto col Servizio Turistico Regionale attivo nel territorio, a cui occorre accostare il preziosissimo supporto logistico offerto dalla Pro Loco di Caltanissetta.

La necessità di promuovere cultura e pensiero nella nostra società ha dato vita alla manifestazione “Dialoghi d’Alchimia”, ormai alla terza edizione, tenuta nei mesi estivi, di norma da giugno a settembre. Si tratta di un format volutamente ispirato ai “Dialoghi d’Aragona”, organizzati e tenuti per diversi anni a Catania dal professore Pietro Barcellona, che ci ha consentito di trasformare i vicoli e le piazze del centro storico della città in cenacoli di pensiero e cultura. Abbiamo nella prima edizione proposto riflessioni filosofiche nel sagrato della chiesa di Santa Maria della Provvidenza e trasformato la vicina strada in una galleria a cielo aperto dove sono state esposte le foto d’arte di un noto autore nisseno.

Per animare la stagione invernale è stata quest’anno concepita la rassegna “Il Casino della città”: appuntamento previsto nel mese di dicembre sul modello dei “Dialoghi d’Alchimia”, volto a valorizzare mediante incontri culturali multi-disciplinari il vecchio casino dei nobili della città di Caltanissetta. Nella passata edizione, i temi affrontati dagli studiosi coinvolti spaziavano dalla ceroplastica al culto dell’Immacolata Concezione, ma tutti avevano come denominatore comune il Natale del Signore.

Abbiamo proposto ed ottenuto che all’interno delle iniziative previste per la Settimana Santa venisse calata “Passio Picta”: itinerario di visita alle opere riproducenti la Passione del Signore, visibili nelle icone ed edicole della città e delle sue chiese. A questa esperienza ha fatto seguito “Passio Communis”: un progetto ideato con l’associazione Stargeo nell’ambito del quale all’analisi della relazione tra Pietà popolare e Passione dei Carusi di Miniera ha fatto seguito un percorso ragionato di visita del cimitero ottocentesco “Angeli” della città.

 

 

– Nei prossimi anni, quali caratteristiche assumerà l’impegno dell’associazione Alchimia?

Alchimia nei prossimi anni intende spendersi in modo sempre più efficace per rispondere alla grande questione dell’emergenza educativa dei giovani del territorio. Spesso si tratta di ragazzi e ragazze che animano le vie dei nostri quartieri storici o si ritrovano in casa con un grande desiderio d’essere attratti e coinvolti in processi culturali appositamente concepiti che ad oggi nel territorio risultano essere veramente esigui. Intendiamo anche attivare mediante le nostre azioni culturali episodi di recupero materiale di beni artistici come quello lanciato nell’edizione ancora in corso dei “Dialoghi d’Alchimia” a sostegno del restauro di una edicola votiva della città.

Non cesseremo certamente nella nostra azione di promozione culturale, come sinora fatto, attraverso i “Dialoghi d’Alchimia” e quant’altro possa aiutarci a contribuire a rendere sempre meno amorfo l’assetto sociale della realtà in cui viviamo. Tale volontà nasce dalla consapevole certezza che intimo bisogno della gente è lasciarsi condurre lungo itinerari di conoscenza del territorio a partire dalla sua divulgazione scientifica. Noi crediamo che nella costruzione dell’identità civica e del senso di appartenenza alla comunità civile non si possa prescindere dalla cultura, dalla conoscenza delle radici storiche. Esse rappresentano il nostro bagaglio genetico dal quale trarre linfa per tornare a pensare il territorio in chiave progettuale. Alchimia continuerà a dialogare con la città, con le sue forze culturali, per attuare mediante le sue azioni il bene comune. Tuttavia per fare questo è sempre crescente il bisogno di stabilire relazioni con nuovi attori culturali, soprattutto con giovani qualificati e dotati di buona volontà che desiderano lavorare con noi per il bene della città a partire dalla promozione sociale e culturale.

 

– Dal vostro peculiare osservatorio si può notare come Caltanissetta sia una città ricca tanto di risorse positive operanti in vari settori quanto di emergenze più o meno conosciute dalla comunità. Secondo te, la politica locale su quali temi dovrebbe concentrare maggiormente la sua attenzione?

Io credo che quanti aspirano oggi ad occupare un posto di responsabilità nel governo della città debbano innanzitutto avere il coraggio e l’umiltà di formarsi e dialogare, senza timore d’essere esautorati dei loro poteri, con quanti nel territorio possano a partire dal loro bagaglio di esperienze e conoscenze scientifiche proporre valide ed efficaci soluzioni per affrontare i problemi strutturali di un territorio ormai da rifondare. Quando parlo di rifondazione accenno alla necessità di ripensare la città in termini progettuali ed innovativi. Non possiamo lasciare alla logica del pressapochismo e qualunquismo che la città continui ad essere depauperata del suo presente e del suo futuro. Bisogna nell’ambito della dimensione culturale territoriale definire un programma di azioni accompagnate da strategie ben studiate e suggerite da bisogni reali denunciati nella nostra realtà che così sintetizzo:

  1. Occorre che la politica si interroghi seriamente sul futuro del nostro patrimonio culturale materiale ed immateriale, concependo strategie con le quali tessere entro un unico quadro di analisi e lettura le diverse strutture museali e gli spazi potenzialmente capaci di generare cultura e sviluppo della città, ma di fatto oggi privi di connessioni e sinergie.
  2. Occorre promuovere la costruzione di relazioni tra le realtà associative attive nel territorio a partire dall’animazione delle Consulte e l’offerta di spazi e servizi a quanti operano nel campo della promozione sociale e culturale.
  3. Occorre tessere relazioni tra la città e le Istituzioni Universitarie e Fondazioni Culturali regionali e nazionali per ricentrare la nostra offerta culturale in un orizzonte geografico più vasto capace di catalizzare nel territorio l’attenzione di nuovi stakeholders.
  4. Occorre promuovere processi di inclusione e integrazione sociale a partire dall’attivazione nelle scuole e nelle parrocchie della città – veri presidi di educazione del territorio – di laboratori e percorsi di formazione rivolti alle nuove generazioni.

 

Intervista a cura di Rocco Gumina

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