Tempo di sinodo. Occasione di sinodalità

Tempo di sinodo. Occasione di sinodalità

11 Gennaio 2022 0 Di Rocco Gumina

Ufficialmente, il sinodo della Chiesa cattolica è in corso da qualche mese. Parrocchie, diocesi, gruppi e associazioni di tutto il globo sono, o dovrebbero, essere alle prese con una consultazione che riguarda tanto l’appartenenza ecclesiale quanto la missione d’annuncio del Regno di Dio nel mondo. Il cammino sinodale voluto fortemente da papa Francesco si radica in quel dinamismo di continuo aggiornamento della Chiesa ben ribadito dall’ultimo Concilio, il Vaticano II.

Già prima della pandemia da Covid-19, il mondo attraversava cambiamenti epocali che in un certo modo hanno aiutato la Chiesa a prendere coscienza della propria crisi connessa all’onnipresente clericalismo, a vari episodi di corruzione e, persino, alla ormai diffusa mancanza di fede. In questa situazione, il sinodo non ha l’obiettivo di reagire al declino attraverso il ricorso al metodo democratico nella vita delle comunità credenti – ma neanche di rafforzare quello monarchico-assoluto – bensì di rinsaldare la comunione per vivere la missione.

Ritengo che due discorsi di papa Francesco – uno pronunciato lo scorso settembre ai fedeli della diocesi di Roma, l’altro a ottobre per l’inizio del percorso sinodale – possano tornare utili per quanti nelle parrocchie e nelle diocesi di tutto il mondo tentano di vivere in queste settimane la convocazione sinodale come momento propizio di ascolto della volontà di Dio per il nostro tempo.

Per Bergoglio il processo sinodale deve, anzitutto, evitare i rischi connessi all’intellettualismo, al formalismo e all’immobilismo. Questi mali, congiunti l’un l’altro, impediscono alle comunità ora di intendere e vivere la realtà contemporanea ora di agire con processi di riforma interna. Così, l’opera di rinnovamento non può che iniziare dall’attento ascolto e discernimento della parola di Dio al fine di entrare in relazione – alla luce della Scrittura – con tutto ciò che è umano. L’ascolto e il discernimento, secondo Francesco, sono poi legati alla possibilità di rendere nella Chiesa tutti protagonisti. Battezzati, religiosi, laici, ministri ordinati e sposi sono, infatti, invitati a riflettere sul mistero di Dio che continua a parlare agli uomini e alle donne dei nostri giorni. Ciò è un invito al confronto vero fra diverse visioni e interpretazioni – purché siano lunghe e profonde cioè in grado di guardare al futuro – della vita interna e della missione nel mondo della comunità dei credenti.

Dalle parole del papa sul percorso sinodale deduciamo che è giunta l’ora, in quanto Chiesa convocata dallo Spirito, di interrogarci su cosa significhi – e su quello che possa significare – camminare insieme come popolo di Dio in questo frangente della storia. Ciò ci indurrà a discutere francamente e fraternamente di morale sociale e sessuale, dell’esercizio del potere nel seno della Chiesa, del dialogo con gli uomini – religiosi o meno – che vivono nelle nostre stesse città, del futuro dell’umanità, della qualità della vita ecclesiale oggi, del coinvolgimento e raggiungimento dei cosiddetti “lontani”.

Il timore per la diffusione dei contagi, una certa disaffezione alla partecipazione alle dinamiche ecclesiali, le molte preoccupazioni che affliggono tutti noi sono un evidente ostacolo a vivere pienamente – almeno in questi mesi – il cammino sinodale. Nondimeno, il nostro resta un tempo favorevole per discutere e persino cercare di risolvere quei preoccupanti allarmi che più volte denunciamo e mai affrontiamo in merito alla rilevanza della Chiesa cattolica oggi. Per laici, presbiteri, religiosi, sposi, giovani e anziani questo è il momento di prendere sul serio la chiamata al confronto poiché – come afferma il documento preparatorio Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione –è impensabile una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio.

Rocco Gumina

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