“Implementare la cultura del progetto e della programmazione”.  Intervista ad Andrea Milazzo

“Implementare la cultura del progetto e della programmazione”. Intervista ad Andrea Milazzo

6 Agosto 2018 0 Di Rocco Gumina

A partire da una conoscenza diretta del territorio, la rubrica “Tutti convocati” mira a raccontare alla cittadinanza nissena le diverse e diffuse positività associative, culturali, aggregative, professionali, imprenditoriali e politiche presenti e operanti a Caltanissetta. Spesso, la nostra comunità è distratta dall’ascoltare “il rumore dell’albero che cade” anziché concentrarsi sullo scrutare i segni della “foresta che cresce”. Così, la rubrica – con pubblicazioni settimanali – desidera soffermarsi su quanto di buono, di bello e di intelligente cresce a Caltanissetta per tornare a guardare al presente e al futuro con speranza.

 

 

Circa le attività dell’ordine degli architetti della provincia di Caltanissetta, abbiamo intervistato Andrea Milazzo. Consigliere-segretario dell’ordine, Milazzo è fra i soci-fondatori dell’associazione di promozione sociale “piùCittà”.

 

 

– L’ordine degli architetti della provincia di Caltanissetta raggruppa più di un migliaio di professionisti. Una grossa realtà che interagisce con il territorio. Quali sono le vostre finalità?

 

Le finalità Istituzionali si esplicitano nella custodia ed aggiornamento dell’albo degli iscritti, nella somministrazione delle formazione obbligatoria, nel controllo qualitativo delle prestazioni professionali, nella vigilanza sul rispetto del codice deontologico, nell’azione disciplinare, sulla quale abbiamo separata ed esclusiva giurisdizione, e recentemente anche sul monitoraggio delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria ed architettura da parte della Pubblica Amministrazione, non di rado affette da vizi di legittimità, a danno della qualità delle prestazioni, della concorrenza e dell’interesse pubblico. A dette funzioni “necessarie” si affiancano le iniziative divulgative e promozionali della cultura dell’architettura, che intrinsecamente si connette con la cultura dell’ambiente fisico, in cui gli interventi architettonici si contestualizzano, siano essi di pianificazione urbanistica, di progettazione architettonica, di assetto del paesaggio e di restauro.

 

 

– Nel contesto locale, operate attraverso l’attività formativa, culturale e divulgativa. Potresti presentare le vostre attività più significative?

 

Recentemente abbiamo promosso diverse mostre di architettura, accompagnandole a momenti formativi. Non ultima la mostra itinerante “changing architecture” in Piazza Garibaldi, da poco dismessa, la quale è stata caratterizzata dalla peculiarità di portare a conoscenza della società civile, non opere di architetti già conosciuti, ma proposte di professionisti del territorio, che quotidianamente si misurano con una committenza sempre più povera di risorse, e nonostante ciò mettono in campo proposte di grande qualità. La grande scommessa è far comprendere alle istituzioni ed alla società civile che vi è un patrimonio di risorse professionali inesplorate, che deve essere al più presto risignificato, non già nell’interesse della categoria, che ne troverebbe ovvio giovamento, ma nell’interesse pubblico della bellezza, della qualità e dell’eco-sostenibilità. Investire in qualità della progettazione è sempre conveniente anche in termini economico-finanziari. A ciò accompagniamo le attività formative dei nostri iscritti, sempre più specializzate ed orientate all’innovazione, con ciò non trascurando la deontologia professionale, la quale codifica, non solo il sistema di regole di esercizio della professione, ma statuisce il ruolo riconosciuto dall’ordinamento giuridico, di attore intrinseco dell’architetto, paesaggista pianificatore e conservatore nella salvaguardia dell’interesse pubblico della tutela e salvaguardia della bellezza e dei valori storici, paesaggistici, antropologico-culturali del territorio in cui opera.

 

 

– Nei prossimi anni, quali caratteristiche assumerà l’impegno dell’ordine degli architetti della provincia di Caltanissetta?

 

L’indirizzo è potenziare il nostro ruolo di istituzione. È opportuno ricordare che il nostro ente non è una associazione di natura privatistica, come, spesso erroneamente viene percepita, ma un Ente Pubblico non economico presso il Ministero della Giustizia, che tutela non solo gli interessi degli iscritti, ma anche e soprattutto i valori costituzionali in cui i professionisti incidono con la loro attività.

L’interazione con le altre istituzioni, con pari dignità, permetterebbe di meglio bilanciare detti interessi, permettendo così ai nostri iscritti di svolgere con dignità e consapevolezza i pubblici servizi agli stessi demandati da una normativa in sempre costante sviluppo. Basta pensare alle responsabilità inerenti al rilascio di titoli abilitativi edilizi, a certificati di agibilità, nonché a tutte le asseverazioni che rendono oggi possibile l’apertura di un’impresa con la sola asseverazione del tecnico progettista.

Tutto ciò sta rapidamente sostituendo in tutto o in parte le competenze una volta demandate alla pubblica amministrazione, la quale fatica a mantenere il proprio ruolo di coordinamento e controllo in quanto caratterizzata da organici esiziali, e mezzi spesso inadeguati. Ad una evidente mutazione dei rapporti di competenza ed al carico di responsabilità, non può non conseguire un mutamento del livello del dialogo, ancora oggi anacronisticamente gestito da talune amministrazioni, considerando il ruolo del professionista marginale, se non addirittura subalterno. Osserviamo, che alcune amministrazioni ritengono discrezionale rispondere alle istanze dell’Osservatorio Nazionale dei Servizi di Architettura ed Ingegneria, ignorando che operiamo interfacciandoci con l’A.N.A.C. con il quale il Consiglio Nazionale ha implementato una proficua collaborazione.

Altro aspetto attiene alla formazione degli strumenti urbanistici, aspetto sul quale riscontriamo, da parte di alcune amministrazioni, iter “casarecci”, forse improntati al contenimento dei costi che inevitabilmente conducono a risultati mediocri. Su questo interverremo per sensibilizzare all’adozione di buone pratiche improntate a qualità e professionalità, che bene possono armonizzarsi con gli aspetti economici in un orizzonte di collaborazione che cercheremo di sviluppare in futuro,

 

 

– Dal vostro peculiare osservatorio si può notare come Caltanissetta sia una città ricca tanto di risorse positive operanti in vari settori quanto di emergenze più o meno conosciute dalla comunità. Secondo te, la politica locale su quali temi dovrebbe concentrare maggiormente la sua attenzione?

 

È indispensabile implementare nell’azione amministrativa la cultura del progetto e della programmazione. Caltanissetta è si ricca di risorse, ma è situata in un contesto regionale che in diversi settori è largamente più competitivo, e sopra tutto, dove altri territori sono stati capaci di individuare i propri “asset” strategici. Si discute spesso del ruolo centrale della città, anche se parlerei piuttosto di “equidistanza” da altri attrattori del territorio regionale, avendo il concetto di “centralità” (del tutto avulso dalla realtà del territorio nisseno in detto momento storico) una connotazione più pregnante. Tale ruolo deve essere valorizzato dalle infrastrutture, rendendo interessante per un imprenditore, un turista, uno studente, immaginare di ubicare la propria sede in un luogo dal quale può rapidamente e comodamente raggiungere, nel corso della giornata, qualsiasi altra posto egli desideri.

A ciò occorre accompagnare qualità urbana ed ambientale, intervenendo con progetti di rigenerazione urbana, non solo nel centro storico, ma anche nelle periferie. Ciò restituirebbe altresì valore economico al territorio, che complice la crisi, sì è copiosamente impoverito, mortificando così gli investimenti di che vi ha creduto in passato, e scoraggiando impieghi futuri. In detto percorso la competenza professionale degli architetti è indispensabile, in misura almeno pari alla visione di insieme che gli stessi posseggono in quanto studiosi di processi analoghi in ogni parte del mondo. È cura della politica locale sviluppare una propria idea del territorio, ed interfacciarsi che tutti i soggetti che a diverso titolo possono concorrere a conseguirla. Sarà compito dell’Ordine degli Architetti di formare e sensibilizzare i propri iscritti ad assumere ruoli sempre più orientati verso l’accompagnamento e facilitazione dei processi di nuova significazione del ruolo del territorio.

 

 

 

 

 

Intervista a cura di Rocco Gumina

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