La Chiesa secondo Galli della Loggia

La Chiesa secondo Galli della Loggia

1 Febbraio 2023 0 Di Rocco Gumina

Ho letto con molta curiosità l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia apparso lo scorso 30 gennaio sulle colonne del Corriere della sera. La questione trattata dallo studioso italiano riguarda la Chiesa in Europa. La tesi fondamentale della sua riflessione è questa: nel vecchio continente i cattolici sono in profonda crisi e non sembrano avere intenzione di reagire all’attuale stato delle cose poiché privi di una opportuna visione e del necessario impegno. Per sostenere simile tesi, Galli della Loggia propone questioni come l’identità perduta, le radici dimenticate e il valore del Vaticano.

Nel dibattito culturale sappiamo che ciascuno di noi è libero di riflettere e di avanzare pubblicamente il proprio pensiero. Tuttavia, a mio parere, in questo caso bisognerebbe chiedere a quale Chiesa si riferisca il professore Galli della Loggia. Cioè l’editoralista del Corriere ha in mente la comunità cattolica nella sua variegata e complessa realtà oppure l’idea di Chiesa suggerita da alcuni politici, anche nostrani, che si richiama ad un modello non passato bensì antistorico?

Credo che alcuni temi spingano verso la seconda opzione. Proverò a sintetizzarli.

In prima battuta va chiarito che le radici della Chiesa coincidono con il Vangelo di Gesù Cristo annunciato in ogni tempo, ad ogni cultura e a qualsiasi uomo. Così le fondamenta della cattolicità non potranno mai coincidere con un luogo o con una cultura poiché il kerygma salvifico non può venir imprigionato nelle costruzioni umane. All’inverso, il lieto annuncio è destinato sia a liberare sia a riformare le variegate strutture generate dall’umanità. Se fosse come sostiene Galli della Loggia, la cattolicità avrebbe perduto già da tempo le sue radici poiché nei territori nei quali è sorta e si è via via sviluppata nei primi secoli – Turchia, Africa del Nord ecc. – adesso è quasi del tutto assente.

La questione delle radici ci rimanda all’identità. Per l’editorialista del Corriere della Sera, senza l’Europa il cattolicesimo è destinato a perdere le proprie radici e il vecchio continente, di rimando, l’identità. Ciò non corrisponde alla complessità del reale ben delineata da Alcide De Gasperi in un celebre discorso sull’Europa. Difatti quest’ultima, per lo statista italiano, è stata coniata dal contributo del cristianesimo, dell’illuminismo e del socialismo. Pertanto il cattolicesimo si configura come un elemento rilevante della costituzione culturale europea ma non l’unico. Possiamo dedurne che l’attuale fase critica della cultura e della politica europea non è responsabilità dell’eclissi della cattolicità ma di un sistema ben più composito. Ancora, occorre ricordare che l’intima essenza del cristianesimo coincide con il Cristo – crocifisso e risorto – e non con uno spazio territoriale da custodire o con una cultura da tramandare.

Inoltre nel suo editoriale, Galli della Loggia sembra delineare con poca chiarezza la differenza tra la forma della geopolitica internazionale assunta all’indomani della seconda guerra mondiale e la missione universale, e perciò cattolica, della Chiesa. Quest’ultima è stata ben ribadita dal Concilio Vaticano II grazie al contributo dei teologi del centro Europa e non dall’anima “terzomondista” della Chiesa come sostenuto nell’articolo apparso sul Corriere.  

Senza tanti veli, infine, Galli della Loggia prende di mira l’immobilismo del Vaticano – e dunque di papa Francesco – dinanzi alla crisi che colpisce la cattolicità europea. In questo passaggio, il professore sembra dimenticare da un lato l’importante valore decisionale delle Chiese locali e delle Conferenze Episcopali Nazionali; dall’altro i numeri della cattolicità che rendono – ormai da parecchio tempo – la comunità europea una fra le diverse del pianeta. Di certo non la comunità più numerosa tantomeno più attiva. Ne deduciamo che la crisi del cattolicesimo europeo non potrà, né oggi né in futuro, superarsi attraverso lamentazioni o letture parziali della realtà bensì tramite una credibilità dei fedeli e delle Chiese fondata sul messaggio evangelico.

Alla luce di queste riflessioni e al netto della reale crisi che attraversa la cattolicità europea, credo che sia opportuno chiedersi: Galli della Loggia di quale Chiesa scrive?

Rocco Gumina

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