
La profezia di fratel Biagio: occupare il posto dei poveri
La testimonianza di fratel Biagio Conte ha illuminato la Sicilia e il cattolicesimo italiano e può continuare a farlo. Infatti, la sua vita mostra in essenza quello che è il nocciolo del messaggio cristiano ovvero il passaggio dalla parola alla concretezza, dal pensiero alla carne, dalla meditazione al dono.
In fratel Biagio la parola accolta, pensata, annunciata – persino durante la malattia – è divenuta storia attraverso la sua vita da povero fra i poveri e tramite la sua opera volta a contrastare le ingiustizie.
Le migliaia di uomini, donne, bambini, credenti e non che hanno reso omaggio alla sua testimonianza sono conferma del cambiamento che l’annuncio evangelico può offrire alle nostre società malate. Non si tratta di occupare i “posti del potere” per cambiare. Invece, come mostrato evangelicamente da Biagio, bisogna occupare il posto del povero e lottare insieme a lui per una società migliore.
La forza del Vangelo è la forza che ha condotto fratel Biagio a dare nuova opportunità di vita a chi non aveva più nulla. Con la preghiera, con il digiuno, con la testimonianza ha scosso la comunità siciliana senza andare ad occupare le postazioni del potere.
Fratel Biagio aveva un “popolo” che ha seguito il suo esempio cioè lo stesso del Cristo. Il “poverello” di Palermo non ha mai indirizzato questo popolo contro qualche potere ingiusto ma soltanto verso la fedeltà evangelica la quale permette alla parola di divenire storia. Senza quella fedeltà nessuna rivoluzione “cristiana” è possibile.
Dobbiamo sperare e operare affinché, tramite la vita di Biagio Conte, il cattolicesimo siciliano e italiano siano capaci di accogliere simile profezia per innovarsi e, pertanto, restare fedeli al Vangelo.
Condivido pienamente! La verità cristiana è uscire da se stessi e passare all’altro amandolo come Cristo che non tenne conto della sua dignità anzi anniento’ se stesso, si fece uomo prendendo la condizione di servo, per servire, non per essere servito. Lui ha fatto questo per noi donandoci il suo stesso spirito perché anche noi potessimo metterci al servizio dell’altro dando gloria a Lui e non ai nostri meriti.