
L’America non è un sogno. E non lo diventerà a breve
La comunità internazionale ha più di una ragione nel giudicare favorevolmente l’elezione di Joe Biden. Infatti, dopo gli anni della presidenza di Donald Trump caratterizzata da una strana forma di isolazionismo degli USA imposta a livello globale e dalla mortifera volontà di soffiare sulle ferite della società americana come il razzismo e la disuguaglianza sociale, con Biden pare affacciarsi il profilo di una politica di unità interna e di collaborazione internazionale. Tuttavia, l’ormai certa elezione di Biden non deve ingannarci. I problemi degli USA non sono soltanto legati a Trump e alle sue incomprensibili oltre che dannose scelte politiche.
A mio parere, ciò è emerso proprio in una dichiarazione del neo eletto presidente secondo il quale gli Stati Uniti d’America hanno alle loro spalle una grande storia poiché sono riusciti a superare ogni difficoltà. In realtà, gli USA hanno creato la società più ineguale presente in Occidente e hanno talmente semplificato la loro cultura, e quindi la loro politica connessa alla società, da ritrovarsi Trump non come una parentesi politica di quattro anni bensì come modello di degenerazione culturale, sociale e politica capace di rappresentare almeno metà della popolazione americana.
È vero che fra Biden e Trump esiste un abisso in merito alla differenza di politiche ambientali, sociali oltre che di stile. Ma l’elezione di Biden non basta per farci affermare che il modello americano sia cambiato.
Proprio la gestione della pandemia ha mostrato tutti i limiti, non solo della gestione politica dell’ormai ex presidente Trump, ma soprattutto del cosiddetto “sogno americano” caratterizzato da una miriade di realtà istituzionali, dall’assenza di assistenza sociale, dalla concezione della libertà quasi del tutto sganciata dal senso di responsabilità sociale. Proprio nella giornata che ha segnato il record dei contagi da covid-19 negli USA, gli elettori e i supporter di Biden festeggiavano senza il rispetto di nessuna precauzione per evitare il contagio. Ciò si è notato anche fra i simpatizzanti di Trump che anziché festeggiare nutrivano sentimenti di rabbia e rassegnazione.
Se un uomo come Biden riuscirà a farci dimenticare presto gli anni di presidenza targati Trump non possiamo che giudicare positivamente il nuovo corso. Ma questo non può indurci a credere nel “sogno americano” e a farci intendere la società degli USA come il modello al quale ambire. Probabilmente sia la gestione della pandemia sia le vicissitudini sociali e politiche americane dovrebbero spingere l’Europa a credere maggiormente in se stessa e nella bontà del suo progetto politico.
Rocco Gumina