Migranti in mare: alla disperata ricerca di una politica capace di consultare la morale

Migranti in mare: alla disperata ricerca di una politica capace di consultare la morale

7 Novembre 2022 1 Di Rocco Gumina

Correva l’anno 2008 e diverse banche europee attraversavano un momento di difficoltà a causa della crisi mondiale.

In quell’anno, gli Stati europei investirono 1,6 bilioni di euro – il 13% del PIL prodotto nell’Unione – per evitare il tracollo di molti istituti di credito continentali. Il salvataggio fu rapido, decisivo e spettacolare.

Questo episodio della recente storia mostra come l’Europa sia pronta a fare sacrifici per salvare le proprie banche ma non per accogliere e integrare vite umane provenienti da nazioni e luoghi a lungo violentanti dagli stessi europei.

Ciò denota quanto sia determinante il potere del denaro il quale entra in circolo anche quando si afferma che i flussi migratori garantiscono forza lavoro e ringiovanimento demografico ad un’area del pianeta in piena denatalità. In questo caso il tornaconto capitalistico degli europei commercializza la vita del migrante facendolo divenire una sorta di cliente-agente dello sviluppo economico dei nostri Paesi. È chiaro che simile ragionamento priva l’uomo della sua dignità la quale viene sostituita dal valore di mercato che può offrire lo straniero.

I migranti bloccati a Catania con decreto dell’attuale governo riaprono una questione mai del tutto risolta nel nostro continente.

Come sostiene il filosofo tedesco di origine coreana, Byung-Chul Han, in questi casi in gioco non è il valore della filantropia bensì il diritto all’ospitalità che un migrante possiede all’arrivo in una terra nella quale non è nato. Soltanto una politica in grado di consultare costantemente la morale sarà in grado di garantire – non solo in Italia – il diritto all’ospitalità a uomini, donne e bambini che non hanno altra possibilità che la fuga dal proprio Paese congiunta al rischio di attraversare il mare per ottenere quello che a noi pare fin troppo scontato: dignità, umanità, futuro.

È vero, non abbiamo bisogno di visioni utopistiche o buoniste. Abbiamo, invece, urgenza di guardare in faccia la realtà. E la realtà ci dice sia che è letteralmente impossibile anche solo limitare i flussi in partenza – poiché le potenze occidentali continuano a sfruttare quelle terre anziché provvedere a piani di crescita – sia che chi era un bravo cittadino nel luogo d’origine lo sarà anche in quello che l’accoglie e chi era un criminale in patria va integrato affinché diventi buon cittadino o respinto al fine di non arrecare danno alla comunità ospitante.

Il nuovo governo si è impantanato in una matassa che ci affligge da parecchio tempo.

Tuttavia, le modalità che ha scelto di usare per divincolarsi dalla matassa non sembrano affatto lungimiranti.

Abbiamo già assistito a mesi di tira e molla sulle vite dei migranti.

È venuto il momento di smetterla di giocare con la vita delle persone.

Rocco Gumina

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO