
Nicola Incampo: Se non si vuole il concorso ordinario per gli IdR serve un’azione sinergica tra tutte le sigle sindacali!
Il governo italiano, attraverso un DPCM dello scorso 20 luglio, ha autorizzato il ministero dell’Istruzione ad avviare una procedura concorsuale per il reclutamento di 5116 insegnanti di religione cattolica. Questa peculiare categoria di professionisti della scuola aspetta da parecchi anni un procedimento concorsuale volto alla stabilizzazione di un personale che in molti casi raggiunge persino i vent’anni di precariato. Tuttavia, la notizia dell’autorizzazione ha messo in allarme le sigle sindacali e le migliaia di insegnanti di religione poiché si tratta di una misura che rischia di peggiorare l’attuale situazione di instabilità. Di questo tema discutiamo con Nicola Incampo. Direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Tricarico (Matera).

– Professore Incampo, l’autorizzazione all’avvio della procedura concorsuale per il reclutamento di 5116 insegnanti di religione ha messo in allarme tanto le migliaia di insegnanti di religione in attesa di stabilizzazione quanto le sigle sindacali. Perché?
Per prima cosa chiariamo che la procedura, cioè il DPCM, è molto strana. È come se il MEF obbligasse il MI ad assumere i docenti con concorso ordinario. Io non mi stancherò mai di dire che “questo” concorso non lo vuole nessuno. Questo concorso, così come voluto dai “pensatori”, ha un solo obiettivo: cacciare chi ha più anni di servizio. Tieni presente che questo concorso fu inserito nel decreto salva precari, non fu discusso, fu votato perché ci fu un voto di fiducia. Tentammo di esporre in Commissione Cultura del Senato le nostre perplessità, ma invano. Poi il problema non è concorso si concorso no, bensì concorso ordinario si, concorso ordinario no. Sinceramente ho visto tanti che non hanno detto con chiarezza di non volere il concorso ordinario, quindi … Io ho tra le mani il documento scritto dalle diocesi lombarde: questo concorso non garantisce i precari. Dei 5116 posti in ruolo moltissimi sono della Lombardia, che ripeto, non vuole questo concorso.
– L’avvio dell’iter concorsuale sancito con il DPCM del 20 luglio cosa comporta? Gli insegnanti possono aspettarsi da un momento all’altro il bando concorsuale? Le sigle sindacali hanno ancora spazio per la mediazione volta alla tutela del precariato storico?
Se non si vuole veramente il concorso, serve un’azione sinergica tra tutte le sigle sindacali. Questo significa non fare il doppio gioco: in pubblico si dice riservato e in privato si dice ordinario.
– Quello della religione cattolica è un insegnamento – che per un motivo o per un altro – è al centro di polemiche connesse a questioni ideologiche e culturali. Eppure, quotidianamente e su tutto il territorio nazionale, gli insegnanti di religione svolgono un ruolo chiave nella crescita della future generazioni. Concorda?
Da una mia ricerca risulta che gli alunni che frequentano l’ora di Religione Cattolica è il 96%, dico novantasei per cento. Infatti circa il 90% chiede di avvalersi, del restante 10%, almeno il 6%, pur non avendo scelto l’IRC, è presente e partecipa all’ora di religione. Alcune associazioni hanno tentato in tutti i modi di “indebolire” l’IRC: prima l’ora del nulla, cioè poter uscire dall’istituto durante l’ora di religione, poi alcuni DS hanno collocato l’IRC alla prima e/o all’ultima ora di lezione, poi tentare di inserire una “disciplina curriculare” come attività alternativa, poi facendo valutare l’attività alternativa in decimi, poi tentando di formare classi con solo avvalentesi, non ultima proponendo invenzioni che niente hanno che vedere con le attività, … Mi verrebbe da dire che la qualità è veramente altissima!
– Inviati a scuola tramite un mandato/abilitazione ecclesiale e dipendenti dello Stato al pari di tutti gli altri docenti, gli insegnanti di religione cattolica concorrono alle finalità della scuola riconosciute nelle nostra carta costituzionale. È ancora oggi importante per gli IdR sottolineare questa connessione?
La verità è proprio questa: si vuole annullare il valore di idoneità. L’idoneità è abilitazione così come affermato nel Parere del Consiglio di Stato del 4 marzo 1958 “….Gli insegnanti di religione non sono soltanto insegnanti incaricati in via generica e di fatto, ma sono in possesso di una speciale abilitazione …..Dunque non semplici incaricati, ma incaricati che sono in possesso di un particolare titolo di abilitazione all’insegnamento religioso….”. Infatti gli insegnanti vengono retribuiti da abilitati. Gli insegnanti di religione vogliono fare un concorso da abilitati e non per prendere l’abilitazione. Che piaccia o no ai pensatori, ma è così.
Intervista a cura di Rocco Gumina
Sarebbe opportuno sapere chi, tra le parti, fa il doppio gioco. È una questione vitale. Non saperlo ci impedisce di difenderci e di ritirare tessere sindacali. La ringrazio
Sono delusa e amareggiata. Insegno da 17,anni lo stato ha usato le mie competenze per troppo tempo , solo ora si accorge della importanza di un concorso? Alla soglia dei 50 anni non vado a competere con neo laureati 🎓 non è giusto!
Penso che sia una sconfitta per i sindacati. Ancora non sono riusciti a fare nulla. A questo punto cosa serve essere iscritto ad un sindacato?? È una vera vergoggna dopo due anni non si è riusciti ad ottenere neanche un po di consenso.Concludo.