“Non è più il tempo dell’approssimazione e dei tentativi”.  Intervista a Giuseppe Firrone

“Non è più il tempo dell’approssimazione e dei tentativi”. Intervista a Giuseppe Firrone

10 Settembre 2018 0 Di Rocco Gumina

A partire da una conoscenza diretta del territorio, la rubrica “Tutti convocati” mira a raccontare alla cittadinanza nissena le diverse e diffuse positività associative, culturali, aggregative, professionali, imprenditoriali e politiche presenti e operanti a Caltanissetta. Spesso, la nostra comunità è distratta dall’ascoltare “il rumore dell’albero che cade” anziché concentrarsi sullo scrutare i segni della “foresta che cresce”. Così, la rubrica – con pubblicazioni settimanali – desidera soffermarsi su quanto di buono, di bello e di intelligente cresce a Caltanissetta per tornare a guardare al presente e al futuro con speranza.

 

Questa settimana abbiamo intervistato il referente del “Tavolo tecnico dell’acqua” di Caltanissetta, Giuseppe M. Firrone. Impegnato da anni sulle questioni inerenti al servizio idrico, Firrone è fra i fondatori dell’associazione di promozione sociale “piùCittà”.

 

Giuseppe Firrone

 

– Costituito a Caltanissetta da alcuni anni, il Tavolo tecnico dell’acqua ha operato a tutela del territorio e dei cittadini. Quali sono le principali finalità del vostro gruppo?

Il Tavolo Tecnico dell’acqua nasce nell’ottobre 2015 sull’onda dell’interesse suscitato dall’approvazione da parte dell’ARS della Legge Regionale n.19/2015 in tema di “Disciplina delle risorse idriche”. Si tratta una legge travagliata e dibattuta che ha portato la Sicilia ad avere il primato di essere la prima regione in Italia a recepire l’indicazione referendaria del giugno 2011 nella quale il 95% degli elettori ha votato per riportare sotto il controllo pubblico e partecipativo la gestione dell’acqua. In occasione di una assemblea cittadina, nella quale ero stato chiamato ad illustrare gli estremi innovativi introdotti dalla legge, è stato consequenziale costituire un gruppo di lavoro che approfondisse le tematiche sul servizio idrico a Caltanissetta e dintorni alla luce della nuova norma. Del “Tavolo tecnico” fanno parte componenti civiche, rappresentanti dei Comitati di quartiere, del Forum Provinciale Acqua e Beni comuni e del Movimento Consumatori. Il nostro obbiettivo è quello di costituire un osservatorio permanente sulla gestione del S.I.I., ossia sul Servizio Idrico Integrato, e quindi su tutte quelle complesse tematiche inerenti la distribuzione, la raccolta delle acque reflue, la depurazione e non ultimo la valutazione dei costi che queste comportano in “bolletta” attraverso l’applicazione delle tariffe.

Purtroppo, voglio subito evidenziare che la L.R. 19/15, attesa e salutata come la riconquista di uno strumento che potesse mettere ordine nel complesso sistema di gestione idrica a livello regionale attraverso una razionalizzazione delle risorse, che potesse portare ad un ribasso delle tariffe e rivedere e modificare i contratti con i gestori privati (Siciliacque in primis), è stata oggetto di impugnativa per incostituzionalità da parte del Consiglio di Stato. A maggio dello scorso anno, la Corte Costituzionale ha sancito la non aderenza ai principi cardine, cassando 11 commi di 6 articoli, e, di fatto, destrutturando la norma nelle sue parti più rilevanti. Ci troviamo, dunque, in una situazione di stallo in attesa che venga riscritta da parte del nuovo governo regionale la legge la quale, comunque, in linea generale recepisce sempre quelli che sono gli indirizzi di carattere generale che arrivano dalla Comunità Europea, e che rimangono validi, ma in effetti il “Tavolo tecnico” e gli analoghi comitati regionali, rimangono orfani di un importante riferimento normativo sul quale impostare la propria azione.

 

– Nei mesi scorsi, avete svolto un’opera di sensibilizzazione e di proposta in merito alle questioni legate al servizio idrico locale. Potresti presentare le vostre attività più significative?

Da subito il “Tavolo tecnico”, dopo lo studio della convenzione e del regolamento tra l’Ambito Territoriale di Caltanissetta ed il gestore privato Caltaqua, della Carta dei Servizi e della articolazione tariffaria, ha redatto una relazione nella quale sono state messe in evidenza le criticità sulla gestione del servizio idrico locale inerente la distribuzione regionale. Questo documento viene costantemente aggiornato e costituisce il “layout” delle linee d’azione del gruppo di lavoro.

Mi preme sottolineare che l’atteggiamento del “Tavolo” non è mai stato di sterile contrapposizione, ma è stato finalizzato ad un’azione di documentata informazione, di confronto costruttivo e di oggettiva valutazione dell’operato dei soggetti coinvolti ed è per questo motivo che è accreditato presso l’amministrazione comunale. Insieme al sindaco Giovanni Ruvolo, il sottoscritto, in qualità di coordinatore del “Tavolo”, è stato presente ad importanti incontri regionali in assessorato in occasione di eventi prolungati di crisi di approvvigionamento idrico in città; è stato convocato dalla III Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Caltanissetta; interagisce con il sindaco di San Cataldo Modaffari; ha avuto importanti confronti con l’A.T.O. e con il gestore privato Caltaqua in presenza del sindaco e/o degli assessori con delega. In ultimo, una copia della relazione sul S.I.I. nel territorio di Caltanissetta e aree limitrofe è stata consegnata alla IV Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale, la stessa commissione che si dovrebbe occupare di riscrivere la legge cassata di cui dicevamo sopra.

Da un punto di vista operativo, abbiamo da subito messo in evidenza pubblicamente gli alti costi della tariffa idrica rispetto al servizio effettivamente erogato. Un costo medio annuo per utenza che si aggira in media sui 490 €, quando la media regionale è di 345 €, tariffa che ha continuato a subire aumenti con una quota fissa, ad esempio, che è cresciuta del 63,2% negli ultimi quattro anni e mezzo. Bisogna comunque ricordare che la nostra provincia ha scarse fonti di approvvigionamento idriche autonome e che per le esigenze è costretta ad acquistare più dell’85% della risorsa acqua dall’ente sovra-ambito Siciliacque con costi che ricadono inesorabilmente sugli utenti, ma questo è un problema che attiene “squisitamente” alla politica regionale. Abbiamo posto l’attenzione sulla delicata questione della depurazione in città, servita dal solo depuratore in C.da Cammarelle. Oramai vecchio, fa fatica a raggiungere i valori limite ed è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze di un bacino di circa 80.000 abitanti; mai entrati in funzione i depuratori di S. Barbara e in C.da S. Filippo Neri, ormai in stato di abbandono. Ciò determina che circa il 30% della popolazione nissena sversa in deroga alle leggi ed ai regolamenti. In tal senso, abbiamo fatto pressione e monitorato che il gestore privato Caltaqua restituisse in fattura quella parte della quota variabile relativa alla depurazione mai avvenuta ed introitata indebitamente. Questa azione, dovuta per legge, ha portato alla restituzione nella sola città capoluogo di circa 1,1 milioni di euro. Ancora, di concerto con la preziosa azione del Movimento consumatori, abbiamo avanzato una campagna di sottoscrizione e raccolta di più di 7000 moduli di diffida da parte di utenti in tutta la provincia nei confronti del gestore Caltaqua inerenti il ricalcolo e la restituzione di quella parte della quota fissa relativa alla distribuzione dell’acqua che, già da tempo, dovrebbe essere garantita per contratto dal gestore h24.

– Come svilupperete la vostra azione sul territorio nei prossimi mesi?

Il lavoro del “Tavolo tecnico” è continuo. Come ben si può intuire, l’argomento è particolarmente sensibile e ha una ricaduta non indifferente sulla qualità di vita della comunità cittadina. Basti pensare all’aggiornamento su norme, regolamenti e circolari degli organi nazionali, tipo l’ARERA, od anche la raccolta di articoli. Attualmente, dopo avere richiesto ed ottenuto dal gestore privato le carte aggiornate  della rete idrica della distribuzione e della rete fognaria, continuiamo a fare pressione su Caltaqua e sull’A.T.O. idrico CL6 affinché venga pubblicato, sui rispettivi siti istituzionali, l’elenco delle vie a Caltanissetta e di altri centri abitati della provincia non servite dalla depurazione come d’altronde prescrive inequivocabilmente la sentenza della Corte Costituzionale n.335/2008 in maniera tale che ogni cittadino possa conoscere, con la massima trasparenza, dove vanno a finire i propri reflui e soprattutto se ha diritto a non pagare il servizio non effettivamente erogato. Questo è un punto dal quale non deroghiamo e che porteremo avanti con la nostra azione, ma non riusciamo ancora a capire quale possa essere la ritrosia da parte del gestore nell’applicare uno strumento di chiarezza nei confronti dell’utenza. Tra l’altro in una situazione delicata nella quale sono ancora pendenti venti avvisi di garanzia che sono stati emessi nel maggio di questo anno nei confronti di dirigenti di Caltaqua, funzionari dell’A.T.O. e della Regione per omessa manutenzione degli impianti di depurazione dei reflui pur avendo a disposizione fondi pubblici dedicati. La pubblicazione potrebbe costituire un messaggio di collaborazione e trasparenza.

Nel frattempo, è stata da tempo emanata la circolare dell’organo di regolazione nazionale ARERA con la quale sono stati approvati i criteri per la proposta di rimodulazione dell’articolazione tariffaria. In parole povere, il metodo con il quale calcolare i corrispettivi da pagare per ogni utente. Il “Tavolo tecnico” ha ricevuto da parte dell’ATO la proposta applicata sul nuovo metodo che se approvata sarà in vigore retroattivamente dal 1 gennaio 2018. In questo momento, come richiesto, stiamo valutando attraverso delle simulazioni la coerenza della nuova tariffa in quanto sembra che, se anche la quota fissa sia stata ridotta in maniera consistente, il costo delle fasce di eccedenza, di contro, sia aumentato notevolmente tale da gravare soprattutto su quel 70% delle utenze che non usufruiscono di bonus idrico. Di ciò sono stati informati il sindaco di Caltanissetta e di San Cataldo che si sono fatti promotori della convocazione di un’assemblea dei sindaci della provincia alla presenza del Commissario straordinario Panvini e, contestualmente, hanno chiesto all’ATO una dilazione dei tempi di presentazione della proposta all’ARERA con la richiesta di acquisizione di maggiore documentazione per potere esprimere un parere più cosciente.

Nei prossimi mesi continueremo a lavorare di concerto con le organizzazioni e i comitati regionali sulle tematiche dell’acqua pubblica e della gestione del servizio idrico dei quali siamo diventati un riferimento provinciale. A livello locale, ci impegneremo per sensibilizzare i primi cittadini della provincia che, anche se in presenza di una legge parzialmente cassata, possano costituire con maggiore continuità e frequenza un’assemblea dei sindaci fondamentale organo con il ruolo di vigilanza, controllo e verifica nei confronti di una società che agisce in regime di monopolista e nella tutela degli interessi dei cittadini ed utenti.

 

– Dal tuo peculiare osservatorio si può notare come Caltanissetta sia una città ricca tanto di risorse positive operanti in vari settori quanto di emergenze più o meno conosciute dalla comunità. Secondo te, la politica locale su quali temi dovrebbe concentrare maggiormente la sua attenzione?

Sono profondamente convinto che Caltanissetta per le sue peculiarità, la dimensione, il numero di abitanti e la sua centralità sia una città con tutte le carte in regola per potere emergere valorizzando le proprie risorse. Tuttavia è, anzitutto, l’atteggiamento di noi nisseni – cittadini e amministratori – che deve cambiare. In questo momento storico, ritornano di grande attualità, se mai non lo sono state, le parole di un grande dell’era contemporanea, John F. Kennedy per il quale non bisognava: «pensare a ciò che il tuo Paese può fare per Te, ma pensa a ciò che Tu puoi fare per il tuo Paese!». Secondo la mia modesta opinione, queste parole possono essere calate nel contesto che stiamo vivendo a Caltanissetta e non solo, ed in questo senso noi nisseni prima di pensare a cosa la politica possa fare per noi, dobbiamo imparare ad amare questa città e riconquistare il senso di appartenenza, impegnandoci e dando il nostro personale contributo, piccolo o grande, ma comunque affrancato da ogni personale interesse. Solo in questa maniera possiamo porre le basi per una reale reazione ad un periodo di crisi economica, culturale ed anche valoriale. Si deve comunque registrare che segnali in questa direzione dal mondo dell’associazionismo, della media imprenditoria e del terzo settore in genere, cominciano ad arrivare. Penso, per esempio, ad alcune riuscite iniziative culturali che hanno animato questa estate in città o lo sforzo fatto da alcuni imprenditori del “food” che hanno riconquistato e valorizzato uno spazio suggestivo come quello della “strata ‘a foglia”.

Ciò premesso, e passando alla politica, è opportuno per prima cosa un recupero oramai non più procrastinabile da parte della nuova classe dirigente dell’etica nell’agire amministrativo tenendo sempre presente uno spirito di servizio per favorire la ricerca del bene collettivo. Sono convinto che, seppur consapevole che la politica è “mediazione”, il tempo della “mediazione” in politica deve essere ridotto all’essenziale. Per potere reagire fattivamente allo stato dei fatti del nostro contesto locale, le decisioni vanno prese in tempi brevi ed avendo chiara una programmazione per tempi ed obbiettivi. Ormai non si può lavorare ed amministrare per compartimenti stagni poiché è fondamentale avere una visione d’insieme, avere chiaro un progetto di città realizzabile concretamente. Con queste intenzioni non bisogna avere timore nel coinvolgere tecnici e professionisti, all’occorrenza anche esterni, ma di valore riconosciuto. Non è più il tempo dell’approssimazione e dei tentativi. In tal senso l’azione amministrativa dovrebbe affrontare il tema del miglioramento della vivibilità di una città che, per sue stesse caratteristiche intrinseche, è a dimensione d’uomo, quindi il miglioramento e definizione della rete viaria, la cura e l’implementazione del verde, la pulizia delle strade ed in generale dell’area urbana. Un altro degli impegni prioritari dovrebbe essere quello dell’intercettazione dei Fondi Comunitari, con un gruppo di professionisti che si facciano cogliere preparati all’uscita dei bandi. Come sappiamo tutti, non è più possibile affermare che le risorse economiche sono risicate. Infatti, i fondi ci sono ed aspettano solo di essere richiesti ed utilizzati. Qualche tempo fa un amico, che mi veniva a trovare per la prima volta in città, mi disse che avvicinandosi per strada alla meta finale, guardando i tetti di cotto rosso aveva avuto l’impressione di vedere una cittadina svizzera!… ho sempre considerato questa sincera esternazione un augurio per Caltanissetta.

 

 

Intervista a cura di Rocco Gumina

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