Per un “profondo senso di fraternità civica”. L’attualità di Alcide De Gasperi

Per un “profondo senso di fraternità civica”. L’attualità di Alcide De Gasperi

4 Agosto 2023 1 Di Rocco Gumina

Fra qualche giorno, il prossimo 19 agosto, si ricorderà la morte di Alcide De Gasperi. Era il 1954 quando lo statista trentino moriva a Borgo Valsugana. Quest’anno sarà il 69° anniversario della sua scomparsa. Tanto tempo è passato. In generale molto è cambiato rispetto agli anni nei quali il leader della Democrazia Cristiana tesseva la rete volta alla ricostruzione dell’intera nazione italiana. Quelli erano gli anni nei quali – in una società prevalentemente cristiano-cattolica – il blocco democristiano si contrapponeva politicamente al fronte popolare socialcomunista. In quel frangente, De Gasperi seppe da un lato rappresentare i bisogni di un Paese impoverito, sconfitto e distrutto; dall’altro riuscì ad avviare quello sviluppo economico-sociale e politico che sta alla base dell’odierna collocazione europea e internazionale dell’Italia. Nonostante sia mutato radicalmente lo scenario culturale e sociale, la lezione degasperiana preserva un’attualità in grado di farci riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia e, in genere, della nostra politica. Così, il recupero dell’insegnamento di De Gasperi potrebbe configurarsi come l’avvio di quell’opera di critica e di cura che abbisogna al nostro sistema democratico.

Cresciuto in un contesto internazionale come quello dell’impero austro-ungarico, discepolo del fondatore del Partito Popolare don Luigi Sturzo e animato da un’interpretazione cristiana del mondo, De Gasperi maturò una visione della politica radicata sulla fraternità civica. Infatti, a Roma nel 1952, affermava: «Dirsi cristiani nel settore dell’attività pubblica non significa avere il diritto di menar vanto di privilegi in confronto di altri, ma implica il dovere di sentirsi vincolato in modo più particolare da un profondo senso di fraternità civica, di moralità sociale e di giustizia verso i più deboli e i più poveri». Il concetto di fraternità viene qui declinato come profilo valoriale capace di innovare la politica e di armonizzare all’interno delle moderne democrazie i diversi approcci etici, culturali e religiosi.

Nell’idea degasperiana la pluralità andava garantita attraverso il progresso della democrazia intesa come autentico lavoro di ogni cittadino: «Il regime democratico è veramente un regime molto duro, un regime che esige un cambiamento e una vigilanza continua. Bisogna creare con lo sforzo quotidiano la democrazia nell’abitudine, nel Parlamento, nel governo, nei partiti, nelle associazioni. Ogni giorno è necessario riconquistare la democrazia, dentro di noi contro ogni senso di violenza, fuori di noi con l’esperienza della libertà» (Discorso a Napoli, 1947). Nella prospettiva di De Gasperi, lo stile democratico si fonda sull’esercizio di una cittadinanza responsabile, sul rispetto delle istituzioni e sul riconoscimento della funzione dei corpi intermedi e dei partiti. In questa cornice, la libertà e la giustizia sociale appaiono come valori fondamentali. Secondo il politico trentino, infatti, senza la libertà politica: «tutte le altre sono minacciate. Si tratta di un modo di difesa contro gli eccessi del potere pubblico e dello Stato centralizzatore» (Discorso a Bruxelles, 1948). In merito alla giustizia sociale, invece, nell’ottica degasperiana è decisivo ricercarla con realismo e convinzione ovvero: «bisogna muovere lo Stato a servire di più il popolo e le classi popolari» (Discorso a Milano, 1949).

Infine, la sua idea di Europa sembra la sintesi del suo progetto politico perché oltre ad intenderla come il frutto di un cammino faticoso di rinunce, di accettazione delle diversità e di mediazioni è tesa più che alla solidità economica alla rappresentanza politica dell’intero continente: «Vi è chi si preoccupa di una certa lentezza, di una eccessiva gradualità nel cammino verso l’integrazione economica e l’unificazione politica dell’Europa. Una ragionevole gradualità deve essere invece per i nostri amici un motivo non di sfiducia ma di affidamento. Si tratta di conseguire una unione politica ed economica che per essere seria e solida, esige uno scambio dettagliato d’idee e di proposte ed un meditato studio nelle scambievoli concessioni» (Discorso a Roma, 1950).

In un frangente di crisi della politica come quello a cui assistiamo tanto ad ogni livello di rappresentanza istituzionale quanto in merito alla qualità dell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile, la testimonianza politica degasperiana è attuale perché ci indica come alle sfide della complessità si risponde rifacendosi sia ai valori comuni e costituenti del nostro Paese sia all’impegno da questi ispirato. Ricordare l’insegnamento di De Gasperi, allora, è un’occasione per prendersi cura della nostra democrazia.

Rocco Gumina

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