
Sudditi della tecnica…
La degenerazione politica che è andata in onda presso il consiglio comunale di Caltanissetta ha un solo nome: TECNICA.
Senza scomodare le profezie filosofiche di Martin Heidegger, il civico consesso nisseno – con a capo l’intera amministrazione comunale targata Giovanni Ruvolo – ci ha chiaramente mostrato che i veri politici sono i tecnici e che la politica è divenuta un cagnolino fedele al seguito del padrone chiamato TECNICA.
Infatti, il consiglio comunale – conclusosi qualche ora fa – ha visto brillare per capacità politica ancor prima che tecnica il ragioniere generale del comune di Caltanissetta.
Tutto ciò è avvenuto non perché il tecnico comunale ambisse ad un ruolo politico, ovvero quello di rassicurare o allarmare il consiglio comunale e dunque la cittadinanza, ma per via dell’inadeguatezza dell’amministrazione comunale, delle commissioni consiliari e dell’intero civico consesso.
Quando è la tecnica, cioè un “potere” non eletto e agente alla luce di linguaggi comprensibili solo ad una cerchia ristretta di tecnici, ad assumere il potere della politica – nel frattempo divenuta volontariamente serva della TECNICA – non possiamo parlare né di partecipazione né di democrazia bensì di tirannia della tecnica.
Questa tirannia ha un unico responsabile chiamato POLITICA.
A Caltanissetta, la Politica schiava della tecnica è raffigurata in primis da Giovanni Ruvolo e dagli ultimi seguaci, nonché assessori, rimasti a lui fedeli.
Pari merito, la responsabilità della degenerazione politica spetta alle forze politiche presenti in consiglio comunale.
Forze letteralmente incapaci di fare il proprio mestiere cioè di indagare, di conoscere, di capire e, infine, di chiedere il supporto della tecnica per fare scelte politiche.
La degenerazione della politica nostrana si lega a quanto avviene a livello nazionale e internazionale.
La politica non è più capace di fare il proprio mestiere e diventa succube fedele della tecnica.
La politica degenerata dalla schiavitù subita dalla tecnica non rappresenta più nessuno e i cittadini esercitano sempre meno il loro diritto al voto poiché a governarli sarà il potere non eletto né controllabile della TECNICA.
La soluzione a questo problema non è l’immissione dei tecnici nella politica. Tutto ciò è deleterio e su scala locale oltre che nazionale abbiamo già avuto conferme della negatività di tale opzione.
La matassa può essere risolta solo quando la politica tornerà ad avere ed esercitare con autorità il ruolo che le spetta.
Leadership che deve riconquistare sul campo.
Ruolo che prevede il supporto della tecnica al fine di elaborare soluzioni che spettano esclusivamente alla politica.
La primavera ruvoliana della partecipazione civica sembra concludersi nel peggiore dei modi.
Difatti, Ruvolo ci ha consegnati ad un potere non eletto né rappresentativo chiamato TECNICA.
E tutto ciò è avvenuto perché Giovanni Ruvolo non è stato capace di generare POLITICA.
Fra pochi mesi Caltanissetta tornerà ad eleggere il sindaco e i consiglieri comunali.
Oltre al voto, partecipiamo alla prossima campagna elettorale per ridonare alla politica il potere che le spetta.
Rocco Gumina
Condivido lo strapotere della tecnica di fronte ad una incapacità politica sempre più evidente.