
Un Conte per tutti è un conte per nessuno
L’Italia è una repubblica parlamentare.
Risulta evidente che il nostro assetto costituzionale, pensato all’indomani di un periodo tragico della nostra storia, non possa cambiare da un momento all’altro.
Persino De Gasperi fu succube e vittima del parlamentarismo. Ma oggi in parlamento e al governo non ci sono i De Gasperi.
Quello che mi ha maggiormente colpito del discorso del presidente del Consiglio Conte è stata la sua capacità di comunicare a tutti un messaggio rivolto a chiunque, manco fosse il presidente della Repubblica e non il capo di una maggioranza politica.
Le sue parole, infatti, vanno bene a chiunque: europeisti, sovranisti miti, liberali, postcomunisti, cattolici conservatori e progressisti, radical chic, populisti tiepidi. Ma la debolezza, a mio parere, non sta in questo ecumenismo capace di superare i vecchi steccati ideologici, bensì in una mistura che va bene per qualsiasi occasione che si presenti, finanche una crisi di governo.
Credo, quindi, che Conte sia un degno frutto della proposta politica del Movimento 5 Stelle: superare gli steccati, per non proporre nulla se non se stessi in qualsiasi variante, maschera, declinazione.
Non tutte le colpe sono del governo, anzi. Tanto all’opposizione quanto fra gli astenuti non c’è maggiore chiarezza se non la possibilità di guadagnare qualcosa, o qualcosina, e il desiderio di non essere presto cancellati dalla quotidianità, non storica, della politica italiana.
Il risultato è triste e allo stesso tempo spinoso: un’ulteriore frattura fra politica e comuni cittadini, fra istituzione e giovani generazioni.
In questo tempo non avevamo bisogno di tutto ciò.
Ma dai diamanti non nasce niente… Speriamo che dalla crisi venga fuori un nuovo impegno per la politica destinata alle comunità più che ai posizionamenti di parte.
Rocco Gumina