
Una svolta per Caltanissetta
L’amministrazione comunale di Caltanissetta guidata dal sindaco Roberto Gambino si avvia alla fase conclusiva del suo mandato. Infatti nella primavera del 2019, i pentastellati superarono al ballottaggio il candidato del centrodestra Michele Giarratana. In questi tre anni – per via di una maggioranza assoluta in consiglio comunale, di un’amministrazione “monocolore” e dei contatti diretti con esponenti di spicco del governo nazionale – i cittadini nisseni si aspettavano tanto, forse troppo. Invece, dal 2019 ad oggi, poco o nulla è cambiato nella nostra città.
La comunità nissena continua a rischiare un collasso socio-economico per via del mediocre livello di qualità della vita, dei redditi medi fra i più bassi d’Italia, della denatalità, dell’emigrazione e di un livello di disoccupazione giovanile che sfiora il 50%. Inoltre rispetto alle precedenti amministrazioni, il dibattito politico e associativo – assai acceso durante le sindacature di Campisi prima e Ruvolo poi – pare in uno stato di silenzio dormiente.
La nostra città è bloccata dalla crisi in atto, aggravata dagli effetti della pandemia, e non riesce a divenire attrattiva tanto per i nisseni e i paesi limitrofi quanto per gli imprenditori e i turisti. Dinanzi a tale situazione, una seria proposta politico-amministrativa dovrebbe tenere in considerazione la realtà ed evitare di promettere piani di sviluppo irrealizzabili poiché irrealistici.
Urge per la nostra città, proprio come nel 2019, un programma incentrato sulla crescita della vivibilità, sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti, sull’attrattività del nostro territorio, sulla generazione di spazi verdi. Ritengo che simili aree tematiche possano aggregare nella riflessione e nella programmazione quanti in questi anni hanno assunto un atteggiamento critico nei confronti di un’amministrazione di cui difficilmente ricorderemo negli anni futuri qualcosa di significativo.
Il nostro territorio necessita di una politica capace di promuoverlo al fine di renderlo centrale in Sicilia per alcune tipologie di commercio, per la cultura, per le aree verdi presenti. Si tratta di un progetto finalizzato a fare di Caltanissetta una città “capitale del centro Sicilia” sia per via della presenza della Corte d’Appello, del Consorzio Universitario, del Cefpas, del quarto polo sanitario sia tramite il sostegno ad alcune specialità artistico, storiche e culturali che contraddistinguono la nostra comunità.
Sul piano urbanistico, poi, c’è molto da fare. Abbiamo bisogno di una mobilità cittadina semplificata a cui legare il potenziamento dei mezzi pubblici e quello dei collegamenti tra il centro e le periferie cittadine. A ciò va affiancato un percorso di generazione di verde pubblico, del recupero delle ville comunali, della creazione di kinderzone per le famiglie.
Infine, con le leve disponibili all’ente comunale, vanno sostenuti i cittadini sia attraverso bonus e sgravi fiscali a favore delle famiglie, dei giovani, dei poveri sia tramite un’opera di ripensamento della tassa per i rifiuti e della lotta all’evasione fiscale.
Caltanissetta ha bisogno di una svolta promessa e non mantenuta dagli attuali amministratori. Urge prepararsi per programmare il futuro al fine di consentire alla nostra comunità quel risveglio che aspetta, e merita, da tempo.
Rocco Gumina
È questo il compito storico che necessita la nostra città. Essere protagonisti, e non comprimari, della storia di questo secolo. Dovrà liberare il potenziale di crescita dell’economia, incrementare la produttività, creare nuova occupazione e migliorare la qualità del lavoro e dei servizi di cittadinanza, a partire dalla salute e dall’istruzione. Politica volta a migliorare la qualità e il livello dei beni e dei servizi pubblici essenziali (istruzione, ricerca, accesso alle tecnologie digitali, tutela e qualità dell’ambiente, infrastrutture per la mobilità sostenibile, infrastrutture sociali), la costituzione di un futuro migliore per la prossima generazione non saranno facili e, soprattutto, non potranno avvenire da sole. Ci vorranno volontà e coraggio a livello politico e l’adesione di tutta la società civile. Tuttavia next generation eu è il principale orizzontale ideale e valoriale, il perimetro culturale di sviluppo che l’Europa si è dato, riconoscendo priorità, assegnando risorse, costruendo una visione di lungo periodo dello sviluppo futuro possibile. Ma tutto quello che Next generation eu potrebbe sprigionare resterà lettera morta senza l’attivazione del meccanismo sussidiario della interessenza dei territori verso il nuovo progetto europeo. Si tratta in sé di un bene comune per il nostro futuro. In questo scenario il ruolo delle associazioni, delle pubbliche amministrazioni, di tutte le categorie sociali e imprenditoriali risulta fondamentale e noi siamo a anno 0, comunque la speranza e la programmazione è fondamentale se poi riusciamo a coinvolgere gente seria, competente e onesta riusciremo a cambiare volto alla nostra terra.