“Crediamo molto nel lavoro di rete”. Intervista alla vicepresidente dell’associazione Òikos

“Crediamo molto nel lavoro di rete”. Intervista alla vicepresidente dell’associazione Òikos

16 Luglio 2018 0 Di Rocco Gumina

A partire da una conoscenza diretta del territorio, la rubrica “Tutti convocati” mira a raccontare alla cittadinanza nissena le diverse e diffuse positività associative, culturali, aggregative, professionali, imprenditoriali e politiche presenti e operanti a Caltanissetta. Spesso, la nostra comunità è distratta dall’ascoltare “il rumore dell’albero che cade” anziché concentrarsi sullo scrutare i segni della “foresta che cresce”. Così, la rubrica – con pubblicazioni settimanali – desidera soffermarsi su quanto di buono, di bello e di intelligente cresce a Caltanissetta per tornare a guardare al presente e al futuro con speranza.

 

La prima intervista ospitata nella rubrica presenta le attività dell’associazione “Òikos – per una comunità solidale”. Ha risposto alle nostre domande la psicologa e psicoterapeuta, Letizia Drogo, vicepresidente dell’associazione.

 

La psicologa e psicoterapeuta Letizia Drogo

 

– Qualche tempo fa è nata a Caltanissetta l’associazione “Òikos – per una comunità solidale” che raggruppa vari professionisti impegnati ad offrire un servizio alla città di Caltanissetta. Nello specifico, per quale settore prestare la vostra opera di volontariato?

L’Associazione “Oikos. Per una comunità solidale” è nata nel settembre 2016, per volontà di un gruppo di professionisti (Psicologi, educatori, assistenti sociali e insegnanti) impegnati nel territorio cittadino che hanno voluto mettere assieme le loro competenze e le loro esperienze. L’associazione vuole impostare il proprio lavoro nell’ottica di un supporto qualificato nell’ambito della solidarietà sociale, credendo fortemente che lavorare nelle situazioni di “fragilità” della persona e della sua famiglia significhi proporre soluzioni importanti di crescita, sia professionale che personale, finalizzate alla valorizzazione delle risorse che ogni individuo porta indubbiamente dentro di sé. Tra le finalità che l’associazione sta cercando di perseguire vi è la promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini (adulti e ragazzi) attraverso la gestione di servizi educativi/formativi e di presa in carico, ascolto e supporto. Ogni attività è centrata sulla persona al fine di favorire l’emergere delle risorse e delle strategie che ogni individuo possiede per affrontare al meglio la situazione di disagio presente nel proprio contesto familiare.

– L’associazione è sorta da pochi mesi ma già avete svolto una serie di importanti attività che hanno coinvolto giovani e adulti. Potresti descriverle brevemente?

Sì l’associazione opera da poco più di un anno, ma già abbiamo svolto diverse attività. Nello specifico:

  • È stato attivato, sin da subito, uno sportello di ascolto e di consulenza psicologica per individui singoli, coppie, separati e/o nuclei familiari portatori di una richiesta d’aiuto. Alcuni di noi a titolo gratuito hanno messo a disposizione il loro tempo e presso la “Casa delle culture e del volontariato” dove è possibile incontrare le persone che ne fanno richiesta;
  • Abbiamo lavorato in rete con il progetto “Le Madri della Città” sulla sensibilizzazione all’istituto dell’affido familiare;
  • Abbiamo messo a disposizione del comune di Caltanissetta il nostro supporto, da un punto di vista tecnico-professionale, per le famiglie adottive, sia all’inizio sia nel post-adozione;
  • Facciamo parte della Consulta sulla disabilità e quella sull’immigrazione e il disagio sociale del Comune di Caltanissetta; facciamo parte del Movi (Movimento di Volontariato Italiano) e abbiamo avviato un dialogo con il Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Sicilia;
  • L’ultima attività che ci ha visto molto impegnati negli ultimi mesi è stata all’interno del mondo educativo/scolastico. Abbiamo infatti portato avanti dei percorsi di Parent Training, di formazione cioè sulla genitorialità e la relazione efficace genitori/figli e un altro percorso sull’educazione socio – emotiva per gli alunni, in tre istituti scolastici della città: C. Martin Luther King; I.C. Don Milani; I.C. Lombardo Radice. Un altro progetto di questo genere sarà avviato a settembre presso l’I.C. Antonino Caponnetto assieme ad una formazione diretta agli insegnanti.

– Nel futuro, quali percorsi cercherete di sviluppare?

Intanto vorremmo ampliare i percorsi già avviati. Ci piacerebbe attivare un servizio di front office, uno sportello di supporto informativo per le relazioni con il pubblico, per l’assistenza di coloro che necessitano informazioni relative a come muoversi nel territorio. Siamo stati inseriti nel Progetto FQTS 2020 (Formazione Quadri Terzo Settore) che è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore italiano, con particolare attenzione alle Regioni del Sud, promosso da Forum Terzo Settore, Centro Servizi per il Volontariato (CSVnet) e realizzato con il sostegno della e il cui obiettivo è quello di rafforzare gli ETS (Enti di Terzo Settore) e potenziarne la capacità di intervento sui territori, promuovendo la costruzione di reti, lo sviluppo di fiducia tra i soggetti coinvolti e valorizzando le competenze dei loro dirigenti. Una nostra socia parteciperà alla formazione interregionale e ci aiuterà a crescere in questa direzione. E poi vorremmo continuare a collaborare col mondo delle istituzioni, in particolare della scuola, dove il bisogno di essere ascoltati dei ragazzi è altissimo. Ci siamo accorti che nelle aule scolastiche c’è molta “ignoranza emotiva”, i nostri ragazzi hanno scarse competenze sociali. A volte non sono in grado di riconoscere le loro emozioni e quindi di gestirle e ciò può determinare fenomeni di aggressività e di bullismo. C’è molta solitudine e il bisogno di essere ascoltati e riconosciuti in quanto individui capaci e ricchi di risorse è altissimo e non sempre i più giovani riescono ad esprimerlo in modo efficace.

– Caltanissetta è una città ricca sia di risorse positive operanti in vari settori sia di emergenze più o meno conosciute dalla comunità. A tuo parere, la politica locale su quali temi dovrebbe concentrare maggiormente la sua attenzione?

Il benessere sociale è un tema che sta a cuore a molti cittadini. Nella nostra città ci sono diverse risorse positive, solo che se ne parla poco, pertanto i momenti di comunicazione sociale, come quello che tu stai portando avanti con questa rubrica, sono fondamentali. Benessere sociale significa attenzione alle famiglie più svantaggiate, e non solo da un punto di vista economico. Significa collaborazione. Noi crediamo molto nel lavoro di rete, è una via difficile ma ormai obbligatoria. La politica locale potrebbe cercare di coinvolgere ancora di più il mondo dell’associazionismo e creare spazi e momenti di incontro e di diffusione delle informazioni. Mi sono resa conto che a volte alcuni cavilli amministrativi e burocratici bloccano lo spirito di cambiamento che ci può essere e le risorse positive che vengono messe in campo. Anche un intervento in tal senso potrebbe essere utile. Poi l’attenzione al mondo scolastico e del post scuola, il sostegno alle famiglie nell’accudimento dei figli, sto pensando agli asili comunali, a spazi per le famiglie, in cui potere mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie abilità – una Banca del Tempo per esempio – il maggiore coinvolgimento degli anziani che potrebbero essere una risorsa, nonché dei ragazzi stranieri. L’attenzione alle politiche sanitarie e socio sanitarie. Il sostegno all’imprenditoria giovanile e anche in questo caso in termini di aiuto nei cavilli burocratici e nello snellimento delle pratiche. Sostegno alla promozione culturale dei talenti locali e la riscoperta delle nostre origini e della nostra storia, rendendola accessibile a tutti. Infine la formazione continua a 360 gradi, diretta alla formazione dei dipendenti comunali stessi, dei dirigenti dei diversi enti cittadini, e anche in questo caso l’ascolto dei loro bisogni e dei loro desideri in vista di obiettivi chiari e condivisi. Penso che tutti andremmo a lavorare più motivati se ci sentissimo ascoltati e se sentissimo che il nostro lavoro è importante per il benessere dei nostri cari e in particolare per il futuro dei più giovani.

 

Intervista a cura di Rocco Gumina

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