“Impegnati nella paziente tessitura di un noi più grande”. Recensione al volume “Verso noi” di Giuseppe Notarstefano

“Impegnati nella paziente tessitura di un noi più grande”. Recensione al volume “Verso noi” di Giuseppe Notarstefano

8 Settembre 2023 0 Di Rocco Gumina

Quello di Giuseppe Notarstefano è un libro rivolto ai membri dell’Azione Cattolica ma anche – indirettamente – all’intera Chiesa italiana. Infatti il volume Verso noi. Prendersi cura della vita di tutti (AVE 2023, pp. 102, 11,00 euro) è un testo che pone a tutte le comunità ecclesiali sparse nel nostro Paese una serie di questioni cruciali connesse all’esistenza cristiana come la conversione, la fede, l’importanza del maturare una visione del mondo fondata sul lavoro comune e sulla centralità della persona. Un testo che mostra bene il cammino che l’Azione Cattolica ha avviato da diverso tempo per divenire sempre più realtà accessibile, affidabile e in grado di tessere reti con le positività emergenti dai territori. Le parole aperte, fresche, accorte e al contempo franche del presidente nazionale dell’Azione Cattolica sono un invito a continuare – o ad iniziare nuovamente – un dialogo profondo e fruttuoso con la società a partire da un’interpretazione cristiana della vita degli uomini e della loro storia.

Secondo Notarstefano, all’interno della trasformazione d’epoca in atto, concetti come transizione, riforma o rinnovamento non bastano per intendere in profondità le questioni. Urge, invece, un metro che renda autentico e possibile il cambiamento. Per i credenti, la misura più opportuna è la conversione tesa ad intendere l’attuale processo storico al fine di: «scorgervi la sua provocazione più profonda e più vera» (p. 9). Alla luce di ciò, i mutamenti ecologici, globali, sociali sono possibili soltanto attraverso una conversione personale e comunitaria che proviene dall’annuncio evangelico da vivere e da donare agli uomini del nostro tempo. Quest’ultimo, in tal modo, diviene kairòs volto a scovare il cardine della nostra esperienza di fede. Soltanto tramite simili coordinate, i cattolici italiani possono offrire un’anima ai processi di trasformazione e innovazione. Intendiamo bene quanto sia rilevante, in questa visione, il cammino sinodale in corso che lungi dal coincidere con dinamiche tipiche dell’autoreferenzialità e dell’astrattezza è chiamato a divenire occasione concreta per rispondere alle sfide del tempo tanto da promuovere una conversione missionaria e pastorale della Chiesa. L’asse portante di tale ragionamento è quella fede che siamo inviatati a preservare nonostante le diverse tempeste personali e comunitarie. Si tratta di una fede, animata dalla carità e dalla speranza, che deve spingerci a prendere parola nelle assemblee, a non scoraggiarci delle chiusure, dei limiti e ad avanzare un pensiero critico in grado di essere generativo per chiunque.

Nella narrazione del presidente nazionale dell’Azione Cattolica, il passo successivo alla conversione è quello della visione. Spesso nelle nostre comunità ci lamentiamo per l’assenza di visioni lunghe e profonde destinate a farci cambiare passo in un contesto tanto asfittico quanto avvolto da una velocità sempre più ipertrofica. Allora, nella società piegata dalla pervasività del marketing, a parere di Notarstefano occorre: «elaborare nuove, ampie e lungimiranti visioni, che facciano ancora respirare il futuro nelle scelte di ciascuna persona e di ciascuna organizzazione e, a maggior ragione, nelle scelte che riguardano tutti e che costituiscono il cuore delle politiche pubbliche» (p. 21). Ciò vuol dire, tanto per l’Azione Cattolica quanto per la Chiesa italiana, tornare a possedere quell’attitudine al cambiamento che l’associazione nella sua storia ha espresso nell’accoglienza delle pluralità dei modi organizzativi e di presenza nei territori e, dunque, nelle combinazioni possibili offerte dall’evoluzione della società. Così si potrà continuare ad essere generativi nel suscitare, nell’accompagnare e nel non abbandonare tutte quelle vocazioni al sociale e al politico che nascono all’interno dei nostri gruppi e che poi faticano a sentirsi ancora parte della comunità che li ha visti nascere e crescere. Legato a filo doppio alla cura dei carismi vi è la centralità della formazione che va rilanciata a partire dal paradigma che congiunge azione e contemplazione diretto ad offrire al Paese non una classe dirigente destinata a gestire il potere ma una massa cosciente capace di rianimare la nostra democrazia. Si tratta di percorsi formativi permanenti che siano costruiti tramite uno sguardo contemplativo sulle donne e sugli uomini del nostro tempo ovvero su dinamiche che promuovano i giovani, gli anziani e gli esclusi da istituzioni e sistemi tanto economici quanto culturali talvolta ingiusti.

Dal volume emerge il profilo dell’Azione Cattolica che coincide con il camminare insieme poiché, come ha più volte sostenuto papa Francesco, “nessuno si salva da solo”. Quindi va fortificata, o ritrovata, quella capacità di lavorare nella Chiesa e nella città per il bene di tutti. A partire dalla conversione e dalla visione, quello di Notarstefano è un discorso teso alla cura e alla promozione della vita associativa la quale è da un lato vita comunitaria in Cristo dall’altro strumento per tessere reti finalizzate alla promozione integrale dell’uomo e dell’ambiente.

Pertanto l’invito a prendersi cura della vita di tutti è un appello a divenire responsabili nella storia che si è chiamati a vivere. Si tratta di un’opera che tende al “di più” tipico di quel noi costituito dalla promozione dei variegati profili personali ancora presenti nelle nostre comunità.

Rocco Gumina

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