Pace ovvero generare spazi di stabilità e giustizia

Pace ovvero generare spazi di stabilità e giustizia

5 Gennaio 2024 1 Di Rocco Gumina

Papa Francesco, in un mondo che si riscopre lacerato da diversi conflitti di varia rilevanza internazionale, nel messaggio per la LVII Giornata Mondiale della Pace si sofferma sul legame tra lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e il progresso di una cultura della pace.

Secondo il pontefice la scienza e la tecnica sono i frutti di quella capacità intellettiva che rende l’uomo un essere unico. Proprio l’intelligenza che ci ritroviamo come un dono ricevuto conduce l’umanità verso traguardi in precedenza non soltanto insperati ma finanche impensabili. In modo particolare l’intelligenza artificiale e i diversi campi di applicazione della tecnologia hanno ormai cambiato il nostro modo di vivere e di affrontare le diverse situazioni dell’esistenza.

In tale scenario il rischio denunciato da diversi osservatori – fra questi il vescovo di Roma – consiste in tutte quelle dinamiche tese a superare quel limite sancito dalla centralità della persona e dalla dignità umana che, per Bergoglio, va riconosciuto e tutelato attraverso processi politici, educativi, economici e sociali. Di conseguenza la promozione di una cultura della pace non può che prevedere quel «mettere in primo piano la coesistenza dei volti» come sosteneva, già nel 1986, Italo Mancini. Infatti l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica potranno condurre ad una crescita soltanto se saranno orientate all’attenzione all’uomo e alle sue reali urgenze.

La riflessione di papa Francesco ci mostra che il grande tema della pace non coincida con un fattore impersonale per il quale sono invitati a preoccuparsi maggiormente i governi delle nazioni e gli organismi internazionali bensì riguarda – in quanto questione concreta – tutti gli uomini e le donne del nostro tempo. Dinanzi alla maggiore produzione e vendita di armi registrata nell’anno appena concluso, all’impotenza della politica, ad una logica da guerra fredda del III millennio occorre riprendere il dibattito sulla fraternità universale da declinare come impegno culturale, educativo e politico in grado di coinvolgere ciascuno di noi.

Allora si tratta, come ha sostenuto Bergoglio nel suo viaggio in Sud Sudan, di generare nelle nostre quotidianità spazi di stabilità e giustizia, sviluppo e reintegrazione sociale finalizzati all’incontro del volto dell’altro. In tale orizzonte l’intelligenza artificiale potrebbe: «introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale. In definitiva, il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità» (messaggio per la LVII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE).

Rocco Gumina

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