Quel “sogno” infranto, e dimenticato, della nuova Sicilia

Quel “sogno” infranto, e dimenticato, della nuova Sicilia

8 Settembre 2022 1 Di Rocco Gumina

Tra crisi energetica, guerra in Ucraina e campagna elettorale per le politiche, le elezioni regionali in Sicilia rischiano di divenire soltanto un’appendice ad altre questioni ritenute prioritarie. Anzi, in Sicilia, partiti e candidati si muovono come se questo appuntamento elettorale fosse una semplice aggiunta, sprovvista di peculiarità significative, a quanto avviene nello scenario nazionale e continentale. I cittadini siciliani, poi, già stanchi degli innumerevoli sogni infranti di rivoluzioni e cambiamenti mai avvenuti sembrano non interessarsi più di tanto alla tornata elettorale isolana. Però, quello che più risalta è la totale assenza di un dibattito politico connesso ai problemi e, quindi, ai progetti che dovrebbero appassionare la Sicilia e i suoi abitanti. Tra cambi di casacca, ricollocamenti e riallineamenti – c’è chi dopo esser stato alfiere e punta di diamante del civismo “fai da te”, avvicinatosi poi alla destra e ai 5 Stelle, adesso si ritrova candidato con il Partito Democratico; e chi, invece, ha svolto il percorso inverso o da “moderato” si ritrova a sostenere ora Cateno De Luca ora il soggetto politico guidato da Giorgia Meloni – i partiti sembrano pensare a tutto fuorché ai temi della politica regionale. Eppure basterebbe poco per centrare le questioni fondamentali della società siciliana e, dunque, per progettare un percorso di riforme e rinnovamento.

Con la barbara uccisione di Piersanti Mattarella del 6 gennaio del 1980 è stato infranto il “sogno” di una nuova Sicilia. Tuttavia, i temi dell’agenda politica del presidente della regione – ucciso dalla commistione tra mafia e terrorismo – sono ancora fondamentali per tornare a dare dignità e centralità politica, sociale ed economica all’isola.

Da giovane deputato all’Assemblea Regionale Siciliana prima, e poi da assessore e presidente, Mattarella conobbe e cercò di riformare i meccanismi farraginosi della macchina burocratica regionale la quale rappresenta ancora oggi un limite per lo sviluppo economico isolano. All’obiettivo di un’amministrazione capace, trasparente ed efficiente legò una serie di riforme connesse al bilancio regionale, all’agricoltura, agli appalti, all’urbanistica. Il progetto politico di Mattarella si realizzò, sebbene parzialmente, poiché a far crescere e ad accompagnare costantemente la sua attività c’era un vero e proprio laboratorio politico-culturale – il “Gruppo politica” – capace di studiare le questioni locali e internazionali e di avanzare un progetto dotato di una peculiare visione della società. In questo modo prese forma il meridionalismo mattarelliano fondato sulla possibilità di avviare nell’isola uno sviluppo economico-industriale in grado – anche per via delle rilevanza storico-culturale della Sicilia – di far divenire la regione da lui guidata il centro della geopolitica mediterranea a cavallo fra Europa e Nord Africa. Infine, tutta la sua attività fu contraddistinta da una lotta concreta alla mafia e alla corruzione – tema del tutto assente in questa campagna elettorale – che gli costò la vita.

Il disegno politico e culturale di Piersanti Mattarella è un’eredità troppo importante per essere accantonata e dimenticata. Sulla scia di quel progetto volto allo sviluppo isolano, l’attuale corsa al rinnovo dei membri dell’Assemblea Regionale Siciliana e del presidente dovrebbe effettuare un cambio di passo significativo al fine di evitare altri cinque anni di stasi e di mantenimento di questioni irrisolte.

Rocco Gumina

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO