Piersanti Mattarella: credente con “i piedi per terra”

Piersanti Mattarella: credente con “i piedi per terra”

22 Aprile 2021 0 Di Rocco Gumina

Ricordare è una necessità connessa al raggiungimento di due finalità: riconoscere l’importanza dei protagonisti del passato e illuminare il presente e il futuro delle nostre comunità. La personalità e la vicenda di Piersanti Mattarella sono in grado di assicurare il raggiungimento pieno di entrambe le finalità. La lezione del politico siciliano risulta come una sorta di alfabeto necessario per rilanciare con serietà la politica del nostro tempo che, tra una crisi finanziaria e una pandemia, rischia di smarrirsi definitivamente. In una stagione difficile tanto per la Sicilia quanto per l’intero Paese, Mattarella ha proposto un’azione fatta di progettualità, buon governo, attenzione ai territori e legalità. A più di quarant’anni dall’uccisione, è arrivato il momento di uno studio approfondito su Mattarella poiché la sua vicenda appartiene alla nostra storia e, al contempo, può generare nuove vie per il futuro.

Il volume curato da Antonio La Spina, ordinario di Sociologia giuridica alla Luiss Guido Carli di Roma, intitolato Piersanti Mattarella. La persona, il politico, l’innovatore (Il Pozzo di Giacobbe, 2020) è un valido contributo volto a iniziare una rigorosa ricostruzione dell’operato e del messaggio del politico trucidato dalla mafia nel 1980. L’opera, infatti, raccoglie studi, testimonianze e riflessioni di intellettuali, politici e amici di Mattarella capaci di offrire una visione globale su di un uomo che per via della fede si è occupato di politica sino a perdere la propria vita. Nel suo intervento, Rino La Placa – amico e stretto collaboratore di Mattarella – si esprime senza esitazioni lasciando trasparire il tenore globale del libro «Abbiamo il dovere di fare conoscere Piersanti Mattarella alle giovani generazioni perché le sue idee sono ancora valide e la sua esperienza umana e politica resta esemplare» (p. 118).

Consapevole dei rischi che la sua attività politica comportava, mosso da una fede in grado tanto di intransigenza morale quanto di autonomia persino dalla Chiesa ma non dall’adesione a Cristo, a parere di parecchi osservatori Mattarella ha vissuto un’esperienza di martirio destinata a comunicarci ancora tanto sul nesso fra fede e politica. Attraverso studi giuridico-economici seri e per via della sua vicinanza ideale ai padri del cattolicesimo politico italiano come Sturzo, De Gasperi, La Pira, Dossetti e naturalmente Moro, Mattarella viveva la politica come un’arte che doveva essere sempre accompagnata dalla cultura. Il suo fu anche un contributo innovativo generato da un pensiero autonomista sostenuto dallo Statuto siciliano ma orientato verso contenuti nuovi dovuti al cangiante scenario geopolitico europeo e nordafricano. Il mezzogiorno, per lui, era una categoria politica grazie alla quale, come ricorda Salvatore Butera, veniva fuori «una Sicilia pienamente italiana, lontana da ogni tentazione sicilianista, una Sicilia nel Mezzogiorno, in lotta con le altre Regioni del Mezzogiorno» (p. 89).

Tutta la sua esperienza politica si svolse all’interno della Democrazia cristiana. Un partito che in Sicilia aveva uomini assai diversi fra loro per cultura e stile. Se alcuni di questi avevano contribuito decisamente alla nascita e allo sviluppo del “sacco di Palermo”, altri come Piersanti Mattarella – attraverso iniziative culturali, provvedimenti di legge e governo istituzionale – fecero di tutto per contrastare l’illegalità mafiosa. Alla luce di ciò, secondo Pasquale Hamel, egli è stato «un democristiano a tutto tondo, la sua formazione politica stava tutta dentro la Democrazia Cristiana, cioè dentro quella nobile tradizione dei cattolici democratici impegnati in politica, perché fu un uomo di fede profonda e di altrettanto profonde convinzioni» (p. 101). Infatti, come affermò il cardinale Pappalardo alle sue esequie, Mattarella era uno di quegli uomini in cui si poteva riscontrare – senza arrossire – sia la qualifica di democratico sia quello di cristiano. Democratico poiché radicato sui valori costituzionali della centralità della persona, del dialogo e dell’accoglienza; cristiano dal momento che tutta la sua opera in politica fu per lui un mezzo per vivere nella storia concreta il messaggio evangelico. Tutto ciò Mattarella lo aveva appreso alla scuola dell’Azione Cattolica nella quale ha imparato, come sostiene nel volume Giorgio Bolzoni, che «è il cattolico nella sua libertà, che deve sentirsi responsabile del bene comune rivendicando l’autonomia delle scelte politiche» (p. 80).

Nel volume emergono altri due aspetti fondamentali per comprendere la grandezza della vicenda del politico siciliano. Anzitutto, si tratta della formazione che sempre ha curato attraverso il “Gruppo politica” la quale permise ad una generazione di giovani siciliani di avere un approccio alle questioni politiche. Da quei percorsi, sono cresciute personalità rilevanti nel panorama delle istituzioni e della società isolana e nazionale. E poi, il profilo di leadership avanzato da Mattarella. Lui non era un “uomo solo al comando” come tanti precoci leader attuali, bensì – come sostiene La Spina – un “costruttore delle istituzioni” che oltre alla promozione di sani principi era in grado di operare in sinergia con altri in vista di una programmazione finalizzata alla riforma e al miglioramento dei processi.

Il libro curato da Antonio La Spina è un volume importante. La sua rilevanza assume una duplice dimensione. La prima è quella connessa alla nostra comunità siciliana e nazionale. In quanto figli di una storia condivisa non possiamo dimenticare una delle figure più significative della nostra politica recente. Abbiamo, come cittadini eredi di questa storia, il dovere di coltivare il ricordo tramite lo studio di tale figura e la trasmissione di simile esempio alle future generazioni. La seconda riguarda la comunità ecclesiale che, come è avvenuto per don Pino Puglisi e Rosario Livatino, è chiamata a effettuare un cammino di consapevolezza spirituale, comunitario e culturale diretto a riconoscere il profilo di santità vissuto da un uomo che ha fatto politica a partire dalla fede. Proprio tramite la fede, Mattarella ha alimentato il suo percorso che lo ha condotto a non indietreggiare dinanzi ai problemi, ai rischi, alla morte. Fedele sino alla fine alla ricerca del bene per la Sicilia e i suoi cittadini, Mattarella è uno di quei cristiani con “i piedi per terra” – per dirla con Bonhoeffer – da riscoprire se si vuol prendere ancora oggi sul serio l’impegno dei cattolici in politica. Allora, il volume curato da Antonio La Spina si configura come uno strumento valido per sostenere tale opera.

Rocco Gumina

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